I peccati di Varese

24 Aprile 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dalla Sacramento Valley, vicino a Sonora, ma anche a Gomorra, al mare e al male oscuro, un mondo inventato, quello dove il genio di Leone ci ha liberato dell’orrenda (Grande) vallata  che al mattino ci fa desiderare Fiorello. In fondo a questa valle di finte lacrime sognavamo di sentire Napoli cantare con il suo Soldato innamorato per aver trovato con Raspadori, arte e sentimenti, studi senza maschere, il gol scudetto. Niente. Nei giorni sacri dove non ci fanno sentire liberi da niente, intossicati dalle bombe carta di cose mai fatte, o fattibili, volevamo almeno questa rivolta canora. Petardi e follie,come sempre, nessun canto libero per Spalletti che non è mai stato in prima classe perché spesso  osava pensare più alla squadra che al resto. Colpa sua hanno detto. Forse.

Colpa nostra che davanti alla fatica vera preferiamo pensare in dollari. Milano ritrovata una ribalta europea con il derby di Champions esalta un calcio fino a ieri considerato povero, dove Mancini fatica a  trovare italiani protagonisti, ma subito dopo esalta il guadagno economico. Giusto. Ma per cosa? Comprare giocatori nuovi, congedando gli “sbagli” dell’ultima pesca dopo aver scoperto, al Milan, che il prodigio belga De Katelaere non è come quello beatificato all’inizio, mentre all’ Inter sono ancora incerti se la colpa sia soltanto di uno, di dieci, o di tutti.

Francobolli sulla fatica meravigliosa dei ginnasti italiani, per la prima volta al titolo europeo sulle pedane di Antalya, lenzuoli sulla grazia per il ” perdono” all’insultato Lukaku dopo aver perdonato chi lo faceva, due giorni prima che l’allenatore della Juventus femminile di calcio, appena battuta dalla Roma nella partita che valeva lo scudetto, venisse scortato fra sputi, insulti, spintoni. Notti che avremmo dimenticato sentendo cantare la Napoli innamorata, notti che invece continuano tutte uguali inseguendo finte rivoluzioni per moltiplicazioni di pani e pesci che non sembrano poter salvare le società di base. Ignoranza nostra, ma se accontenti tante gole profonde alla fine avrai  il consenso. Vocazione e consensi per organizzare tutto. Una festa. La Venere rivestita che mangia la pizza sembra influenzare più di un cattivo soccorso.

Senza la musica del cuore che speravamo di ascoltare, avvelenati dalle sentenze che a pochi giorni dalla fine dei campionati tengono il calcio legato al caso Juventus, con aperture su altre isole dell’inganno, mentre il basket per i “peccati ” di Varese non sa ancora dirci se la squadra che ha davvero fatto una rivoluzione positiva, riportando la gente al palazzo, aprendo i confini del gioco, avendo progetti, idee riuscirà a salvarsi, con il rischio anche di sparire. Basket che aspetta il sorteggio mondiale di Manila a fine mese, che cerca di non sfinirsi troppo adesso che chi ha il posto sicuro nei play off scopre la fame delle condannate alla lotta triste per non retrocedere. Fame e ambizioni diverse. I giocatori hanno questa strana sensibilità. Se possono si aiutano.

Armani e Segafredo stanno ritrovando molti lungodegenti, Venezia diventa una minaccia, ma il vero mistero resta in quei comunicati che  ci nascondono altre verità, un modo per farci capire che loro sono loro e gli altri si fottano. La finale Bologna numero uno contro Milano numero due sembra scontata, era scritto nei super bilanci, nelle super liste di giocatori, differenza grande in play off dalla miccia troppo lunga. Al momento sorprese non previste, per cui Armani ha già confermato Messina e Zanetti con Baraldi, sognando pure l’accoppiata con la femminile per la Bologna basket centrica, sono certi che Scariolo andrà avanti col progetto nel sogno di avere una licenza fissa in Eurolega dove si allargheranno, anche se coinvolgere Doha ci sembra davvero una arrampicata verso il giardino dei dollari più che dell’evoluzione tecnica.

Fra le sfidanti facciamo fatica a vedere una corsara capace di una sorpresa. Parli bene di Brindisi e 7  giorni dopo la trovi addormentata sotto gli eucalipti. Ti scopri felice per aver visto l’evoluzione di Sassari ed ecco un terzo tempo da incubo contro una Virtus sempre dimezzata. Il mistero Pesaro, la mina vagante, spesso fatta saltare nella sua stessa santabarbara, di Brescia che, almeno, può dirsi fra le poche felici dell’anno per la sua coppa Italia. Manca poco al 13 maggio, mancano ore ai verdetti federali, manca pochissimo a perdere la pazienza e allora via con le pagelle, sapendo che dove lodi rischi anche di fare più danni. Si chiama sfiga mediatica da copertina, un male che coinvolge tutti gli sport, una piaga quasi moderna dove chi amministra patri muscolari cerca vetrine palabratiche più facili delle sfide vere sul campo e già si lavora per il circo delle sfide dirette, come su un ring, come ha proposto Jacobs ai suoi rivali nei 100, con la stessa tempistica della Ferrari prima che le gare cominciassero davvero. Senza arrabbiarci se ai giochi invernali che gemellano Milano e Cortina le nostre belle tigri saranno avanti con gli anni.

10 A VENEZIA per il  rilancio di un Tessitori che forse avrebbe fatto comodo anche alla Virtus, ma di sicuro lo sarà per la Nazionale dove Pozzecco à considerato da Spissu il vero padre spirituale.

9 A Lele MOLIN che riesce a sistemare Trento ogni volta che lo lasciano lavorare più in palestra che in sala d’aspetto. Fare tanto con il poco che si ha, difesa, idee, chiarezza.

8 DELLA VALLE il crudele infierisce sulla povera Reggio Emilia sempre appesa ad un filo. Lui ha questa scimitarra e sa far male se il fisico lo aiuta, se  Magro lo può tenere acceso.

7 Alla NAPOLI che nell’anno dorato del calcio non vorrebbe davvero lasciare la grande arena. Pancotto e la sua grande arte, speriamo abbiano fortuna.

6 VOIGTMANN e MICKEY sembrano aver trovato le motivazioni per la riconferma. Grande paura, giusta reazione.

5 SCAFATI quasi salva se non ricorderà tutto di una stagione sofferta, nata male, rimessa in gioco da rivoluzioni, se non farà a LOGAN il monumento che merita.

4 A MORETTI se non chiederà a Pesaro, a noi, a chi lo ha trascurato, una attenzione maggiore dopo una stagione di  buona qualità.

3 A SASSARI e BRINDISI che fanno i dispetti a chi le considera, comunque, brigantini da non trascurare in mare aperto.

2 A VERONA che sembra battere in testa nel momento più delicato. Certo le nozze con certi fichi secchi sono difficili.

1 All’EUROLEGA con vista su DOHA che dovrebbe snellire il calendario già dalla prossima stagione e non ritardare ancora sperando in una pace impossibile con le finestre FIBA.

0 Alle SENTENZE che tengono aperte un campionato a poco dal termine. La distanza fra mondi che proprio non possono capirsi, forse per questo sono così distanti. Attenti a non rompere quello che andrebbe protetto.

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