I manzi di Kobo

8 Novembre 2012 di Stefano Olivari

Moldova terra di fighe. Questa è la keyword con cui stamattina la maggior parte delle persone è capitata su Indiscreto dai motori di ricerca (altra storia chi digita direttamente www.indiscreto.info, cioé il 78% dei lettori), come ci ha comunicato il sempre puntale Alvaro Delmo pochi secondi prima che iniziassimo questo articolo. Facendoci riflettere sull’opportunità di scrivere di libri. Lo spunto ci veniva dal Kobo, l’eReader che da qualche settimana la Mondadori sta pompando tantissimo. Premessa: stando ai dati del 2012 che arrivano a ottobre, le vendite di libri (cartacei e eBook) in Italia sono diminuite di quasi il 9% rispetto al corrispondente periodo del 2011. Per questo molti editori veri stanno cavalcando la presunta rivoluzione, invece che subirla. Un po’ come se lo zar Nicola II avesse all’inizio del 1917 avesse detto a Lenin ”Dai Vladimir, lavoriamo insieme. Prendi il potere ma mettici almeno qualche altro anno, dammi l’illusione che i Romanov stiamo morendo lentamente”. E veniamo quindi al Kobo, dal nome della società semi-canadese  (la sede è a Toronto ma la proprietà, Rakuten, è giapponese) che lo produce e distribuisce, in maniera non dissimile da quanto fa Amazon con i vari tipi di Kindle. In concreto la Mondadori già da un mese vende il Kobo nelle sue centinaia di librerie proprie o affiliate, ma non è (questo secondo noi il punto importante) che Kobo sia solo per i libri Mondadori. Al contrario del Kindle è una piattaforma aperta, visto che il formato è l’ePub, dedicata solo alla lettura senza l’equivoco tablet e con una memoria valutabile in almeno 25mila libri. Il dubbio non è se avrà successo o no (il mercato degli eBook vale l’1% del totale, ma è ovvio che la tendenza sia verso la crescita), ma se l’aumento di acquisti digitali sarà superiore alla diminuzione di quelli cartacei (previsione, da indegni emuli della cartomante Raffaella Girardo: no). Insomma, si sta andando al macello con la dolorosa consapevolezza dei manzi. Massimi sistemi, davvero, quando noi con 500 copie vendute (il mitico break-even point) scendiamo in strada a sbandierare. Quindi la vera domanda rimane la seguente: come funziona il mercato del libro in Moldova?

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