Giornalismo

I giornalisti del giro giusto

Stefano Olivari 02/08/2025

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Raramente ci capita di recensire brutti libri, perché non abbiamo pazienza: se le prime dieci pagine fanno schifo non andiamo avanti (a meno che non ci paghino) e quindi non possiamo recensire una cosa che non abbiamo letto. Ecco, Amascord di Claudio Sabelli Fioretti è un brutto libro, ma l’abbiamo letto dalla prima all’ultima riga, non potendo credere che un giornalista scrivesse un’autobiografia noiosa. Magari con invenzioni al confine della mitomania sì, ma noiosa no. In questo senso l’ultimo dei peones ha tanto da raccontare, spesso più di chi è stato nel giro dei direttori come Sabelli Fioretti.

Noto anche a chi è al di fuori del giornalismo per le sue interviste a personaggi di ogni tipo, secondo noi spesso bellissime (le ha raccolte tutte in un sito, di cui consigliamo la lettura), e per Un giorno da pecora su RadioRai, anche se lì gran parte del merito era degli interventi di un Cossiga purtroppo al capolinea, della carriera di Sabelli Fioretti ci incuriosiscono due direzioni, fra le tante, quella di ABC e quella di Cuore. Settimanali sicuramente di culto, ma anche nei loro tempi migliori (non quelli delle direzioni di Sabelli Fioretti, che anzi traghettò entrambi verso la fine) enormi successi editoriali, insomma il sogno di tutti: fare i fighi e vendere.

Se ABC, fondamentale per capire l’Italia anni Sessanta (sfiorò il milione di copie settimanali) non lo abbiamo mai letto per così dire in diretta (l’ultimo vero numero è del 1974, anche se ci sarebbero poi stati tentativi di riportarlo in vita), ma ci basiamo su ciò che altri hanno scritto di ABC, diverso è il discorso di Cuore, con Sabelli Fioretti che nel 1994 subentrò a Michele Serra, in un periodo teoricamente positivo per la linea del giornale: dalla satira contro il pentapartito, in particolare contro i socialisti, contro il cattolicesimo della tradizione e contro una sinistra veltroniana light, la stessa peraltro che aveva permesso la nascita di Cuore come inserto dell’Unità (da cui si staccò nel 1991), con Berlusconi si prospettavano decenni di successi.

E invece, pur tenendo il neopresidente del Consiglio nel mirino, quel Cuore tentò di mischiare l’alto e il basso, come aveva fatto l’ABC pre Sabelli Fioretti: il giornalismo aggressivo e il cazzeggio. Il problema, non da poco, fu che era diventato un giornale di satira che non faceva più ridere. Sabelli Fioretti rimane invece un giornalista che si fa leggere, ma non in questo libro pieno di amici, amici degli amici, quel circolino, per dirla alla Corona, che passa da un fallimento all’altro, fra presentazioni estive, premi a rotazione, direzioni, cene, raccomandazioni.

stefano@indiscreto.net

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