Generazione pallacanestro (automarchetta, ma comunque meglio della recensione imposta all’amico)

4 Settembre 2009 di Giorgio Specchia

di Stefano Olivari e Giorgio Specchia

C’era una volta la pallacanestro, c’era una volta la nostra città. Una favola dove i protagonisti eravamo anche noi, le migliaia di ragazzi che impazzivano per lo sport più bello del mondo e volevano seguirlo senza rispettare la logica del più forte o del più famoso. Con queste premesse non si poteva che tifare per la Pallacanestro Milano nelle sue varie incarnazioni: All’Onestà, Mobilquattro, Xerox, Isolabella: dal 1964 al 1980 sedici anni nel massimo campionato italiano sempre all’insegna dell’entusiasmo e della precarietà, fino all’inevitabile fallimento con biglietto di sola andata per le serie minori. Per motivi di età abbiamo vissuto in prima persona il periodo Mobilquattro e quelli seguenti, da giocatori di minibasket e piccoli spettatori al Palalido. Ascoltando poi dai fratelli maggiori e dagli stessi protagonisti le mille storie sull’epopea All’Onestà: dall’oratorio alla zona scudetto in pochi anni, quando il diritto sportivo aveva un senso e l’identità non era commerciabile. Il tutto in una Milano fondata sul lavoro, che sapeva guardare avanti. Questo libro non è però dedicato solo ai tifosi nostalgici: la nostra squadra non era migliore né peggiore delle altre, non è stata vittima di complotti, non era l’unica buona in un mondo di cattivi e pur avendo incrociato leggende della storia del basket non ha trionfi da cantare con la retorica giornalistica standard. Proprio per questo ci sembra indicatissima per raccontare gli anni dello sviluppo del basket in Italia: i Sessanta con l’ingresso a pieno titolo degli stranieri in serie A e i miglioramenti della Nazionale, i Settanta del dominio in Europa che hanno portato questo sport al livello di interesse odierno. Giovanni Milanaccio, Fiorenzo Galletti, Romano Forastieri, Guido Carlo Gatti, Joe Isaac, Marino Zanatta, Geremia Giroldi, Eligio De Rossi, Dido Guerrieri, Tino Caspani, Chuck Jura, Fabio Guidoni e Dante Gurioli sono le persone che ci hanno aiutato a ricostruire la storia di una pallacanestro diversa: li ringrazieremo per sempre, senza la loro competenza ed il loro cuore molte delle pagine che seguono non sarebbero mai nate. Dopo il taccuino speciale del professor Guerrieri partiremo con il racconto: dalla fondazione alla massima serie in sette stagioni, dal sogno scudetto della squadra di Isaac alla diversità di quella di Jura, dalle ambizioni sbagliate alla caduta passando per alcuni episodi noti e tantissimi inediti. Cercando di spiegare il senso degli eventi piuttosto che descrivere le azioni di ogni partita copiando dai giornali dell’epoca. Mentre scriviamo queste righe gli eredi della Pallacanestro Milano militano in serie C regionale, il sesto gradino del basket italiano, ma il libro si chiude con il 1980 e pochi riferimenti al ‘dopo’. Non perché il basket di base non sia degno di essere onorato, pensiamo anzi che la storia post Isolabella meriti un libro a parte, ma solo perché la squadra che ha segnato una generazione è legata ad un’epoca precisa. Proveremo a spiegarne lo spirito attraverso foto d’epoca, retroscena di prima mano, curiosità, analisi. Il tutto accompagnato dalle statistiche del derby, da quelle generali delle sedici stagioni d’oro, dalla citazione di chi è sceso in campo almeno una volta, da tutti i tabellini delle singole partite e da loro elaborazioni maniacali. Del resto è un po’ maniacale anche questo libro, senza vergogna e con lo stesso entusiasmo di quando ripetevamo i movimenti di Jura davanti allo specchio. Obbiettivo primario dell’operazione: muovere qualcosa, riaccendere passione, far sì che nella testa di più lettori nasca la pazza idea di ridare un’alternativa al basket che vediamo oggi. Non stiamo dicendo di far risorgere il derby di Milano, ma di ritrovare in tutta Italia identità e senso di appartenenza forti: la NBA dei poveri interessa solo ai fanatici, lo sport basato su valori a noi più vicini è invece l’essenza stessa dell’invenzione del reverendo Naismith. La generazione della pallacanestro ha molto sognato ed il suo sogno non è ancora morto. Ci teneva prigionieri da bambini, ci tiene prigionieri adesso.
(prefazione del libro ‘L’Altra Milano – Dall’oratorio a Jura, la generazione della pallacanestro’, di Stefano Olivari e Giorgio Specchia, www.laltramilano.com)
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