Figli o animali?

22 Novembre 2023 di Stefano Olivari

Figli o animali? Questo stupidissimo ‘Di qua o di là’ si sente spesso, come se queste due categorie fossero alternative. Fa però sempre impressione che questa teoria esca dalla bocca del Papa, letteralmente ossessionato da questo tema nonostante il nome Francesco evochi altro tipo di atteggiamento verso gli animali. Sabato scorso Bergoglio in un discorso davanti a varie associazioni di medici, fra cui la Federazione italiana medici pediatrici, ha detto varie cose fra cui questa: “L’Italia purtroppo è un Paese che invecchia: speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori. Forse questo non dovrei dirlo, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari. E questo non è un buon segnale”.

Non un’enciclica ma una battuta ironica, chiaramente, per evidenziare un problema serio come il calo demografico, che è serio anche perché per decenni abbiamo mandato in pensione gente sana con meno di 60 anni è che è interessante anche sotto il profilo ideologico. Perché fra il dire “Gli animali danno gioia alle persone sole” e “Gli animali sostituiscono i figli” c’è tutta la differenza del mondo. La prova è che, secondo tutte le ricerche, la propensione ad avere animali è superiore nelle famiglie con figli. In concreto, c’è almeno un cane nel 28% dei nuclei familiari (quindi si contano anche i single) italiani, percentuale che scende al 23 in quelli senza figli e sale al 34 in quelle con figli (indagine BVA-Doxa del 2022).

Insomma, Papa Francesco e tutti quelli che tirano fuori questa cosa delle culle vuote e degli animali scelti perché poco impegnativi emotivamente dicono una stupidaggine che va contro l’esperienza (la disperazione per la morte del proprio animale è totale, accetti che le persone invecchino ma lui lo vedi eterno) e anche contro la logica, perché gli animali sono una gioia enorme ma anche un peso, un grosso impegno che è meglio dividere con i familiari. Rimane però nel senso comune questa alternativa almeno psicologica, se non pratica, fra animali e bambini: e chi siamo noi per opporci al senso comune? Poi la preoccupazione del Papa meriterebbe un discorso serio, sulla perdita di senso del sacro in Occidente, che però è al di sopra delle nostre possibilità: sappiamo già che ci affetteranno come a Crépol mentre stiamo discutendo dello sguardo di Dimarco contro il Frosinone. Figli o animali?

stefano@indiscreto.net

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