Svegliarino

Erezione stabile

Stefano Olivari 17/01/2011

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di Stefano Olivari
Le prime cose che ci vengono in mente su Schiavone, Moggi, concessionarie di pubblicità, Rolando, Paolillo, stadio Inter, Kucka, Peterson, iPhone e Berlusconi.

1. Tremendo lo spot televisivo, del genere pubblicità progresso, con la Schiavone (stanotte ha superato bene il primo turno degli Australian Open) e due bambini che giocano a tennis troppo male per essere veri. Il Ministero ha commissionato un invito al fair play, ma il creativo (vieni avanti, creativo) si è confuso e alla fine il messaggio sembra essere che il tennis fa litigare mentre il calcio unisce… 
2. Luciano Moggi, nel corso della trasmissione condotta da Pippo Franco (non è uno scherzo, è proprio il Pippo Franco di ‘Tutti a squola’) “Ieri, Moggi e domani” in onda su vari canali locali di mezza Italia, in mezzo a messaggi trasversali degni della testa mozzata di un cavallo regala impressioni tecniche spesso più interessanti di quelle di molte seconde voci preoccupate solo di essere simpatiche. Certo, sono giudizi interessati come la recente campagna pro Gasperini (uomo della ex Gea e suo personale) e contro Ballardini, ma almeno sono giudizi. Occorrerebbe quindi affiancargli dei giornalisti, ma stiamo chiedendo troppo.
3. Letto su Milano Finanza il comico grido di dolore delle concessionarie di pubblicità: ”Il calo di gennaio dovuto al ponte troppo lungo”. Peccato che il ponte lo abbiano fatto loro per prime, con i loro ‘ci vediamo a metà gennaio’ pronunciati a inizio dicembre…
4. Il personaggio più geniale di Aldo, Giovanni e Giacomo era Rolando, lo spettatore-tipo che riconosceva personaggi televisivi ovunque. Sabato sera a San Siro surreale scena, con persone appostate sulle scale all’uscita della tribuna vip che fotografavano centinaia di ricchi (o parassiti di ricchi) sconosciuti. Domanda: ”Ma chi fotografate?”. Risposta del Robert Capa di Buccinasco: ”Qualcuno di famoso c’è di sicuro”. Ma a Inter-Bologna quelli famosi stanno a casa.
5. C’era un messaggiante Ernesto Paolillo, che oggi a RadioRai ha spiegato come il fair play finanziario dell’Uefa (peraltro inapplicabile nei paesi dove il nero è una regola ed in ogni a caso a regime solo dal 2017)  penalizzerà soprattutto i club italiani. Sui giornali di riferimento prepariamoci alla solita campagna sugli stadi di proprietà, circondati da residenze per una media borghesia che se va bene riesce a conservare la casa ereditata dai genitori. L’esplosione della bolla immobiliare farà male a tutti…
6. A proposito, il presunto e improbabile stadio dell’Inter dovrebbe sorgere poco distante da San Siro, al posto di quella caserma Santa Barbara dove da bambini delle elementari venivamo (de)portati il 4 novembre a guardare carri armati utilizzati forse a El Alamein. Adesso, senza più servizio di leva e in attesa di abolire anche l’Italia, l’area dovrebbe essere fra i beni demaniali in vendita. Stadio inutile, aree probabilmente regalate tipo nuovo stadio Juventus, un civiltà allo sbando.
7. Juraj Kucka, che ieri ha esordito con il Genoa, non parla nemmeno una parola dei nostri zoppicanti italiano e inglese. Ma abbiamo capito che è angosciato, a dir poco, dal fatto che non sia ancora riuscito a far arrivare il suo amatissimo cane. Per farci tifare basta poco…
8. Terza vittoria su tre partite di campionato per Dan Peterson, con la dirigenza dell’Armani Jeans elogiata per la mossa geniale di riportare entusiasmo nell’ambiente coinvolgendo nel presunto ‘progetto’ una vecchia leggenda. Peccato che fino a pochi mesi fa, parliamo per esperienza diretta, di Peterson e di qualunque personaggio appartenente a un passato vincente non si volesse nemmeno sentir parlare. Dove non è arrivata la cultura cestistica, che non si può improvvisare, è arrivata la furbizia…
9. Quanto costa trasformare un sito di informazione sportiva e di statistiche in un’applicazione per iPhone? Solo per iPhone, senza tenere conto del mondo Android e di tutto il resto…nel paese dei debitori insolventi (e spesso più ricchi dei creditori) ci hanno chiesto 16mila euro, la nostra grande fortuna è che non li abbiamo.
10. Al di là degli aspetti penali e delle idee politiche, di culto assoluto la trovata berlusconiana della ‘relazione stabile’ retrodatata. Ci viene in mente uno degli opinionisti sportivi dei media della casa (la cui famiglia, quando si dice il caso, era nel campione Auditel) che già cinque anni fa sosteneva che il presidente pensasse ‘solo alla…’ e che il Milan sarebbe stato penalizzato dal suo disinteresse. Non è stato così, in fin dei conti. Parliamo del Milan.


stefano@indiscreto.it

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