La Juventus di Edoardo Agnelli

17 Novembre 2020 di Indiscreto

Domenica erano vent’anni dalla misteriosa morte di Edoardo Agnelli, il figlio dell’Avvocato che secondo la versione ufficiale si sarebbe suicidato gettandosi da un cavalcavia, vicino a Fossano. Sulla vicenda è stato scritto tantissimo, anche in chiave complottistica (di certo l’autopsia non fu mai effettuata), e per pigrizia giornalistica spesso si accosta la figura di Edoardo Agnelli a quella di Lapo Elkann, definendoli le pecore nere della famiglia, dimenticando la terza ‘pecora’ (cioè Giorgio, fratello di Gianni e Umberto, morto in una clinica pischiatrica) ma soprattutto che hanno fatto male solo a se stessi, al contrario di altri.

Su Indiscreto non abbiamo l’ambizione di riscrivere la storia d’Italia, ma soltanto di trovare agganci sportivi per tutto ciò che accade sul pianeta. E quello per Edoardo Agnelli è scontato, visto il suo periodo da dirigente della Juventus a metà anni Ottanta, con nessuna responsabilità ma grande sintonia con i giocatori più intelligenti, soprattutto con Boniek anche se con il padre condivideva l’amore per Platini. Proprio nel 1985, nel giro di poche settimane, si giocò il suo futuro bianconero, quello all’interno del mondo FIAT e anche in un certo senso quello di uomo. Un futuro, va detto, che esisteva soltanto nella sua testa, visto che il predestinato (per la Juventus e per tutto) era Giovanni, il figlio di Umberto e fratello (con altra madre) dell’attuale presidente bianconero Andrea.

In pieno dopo Heysel, situazione in cui si era comportato molto bene, uno dei pochi a non perdere la testa, Edoardo Agnelli rilasciò a Tuttosport un’intervista sulle prospettive della Juventus, che non è che fosse offensiva ma che sembrava quasi uscire dalla bocca di suo padre. In sostanza sembrava un siluramento di Boniperti, in attesa di rilevarne il ruolo di presidente. Boniperti non ebbe nemmeno bisogno di dire ‘O lui o io’, ci pensò direttamente l’Avvocato a sconfessare suo figlio, nel quale non aveva mai creduto, confermando Boniperti per altri tre anni. Edoardo Agnelli sarebbe rimasto in orbita Juve ancora per qualche anno, piuttosto defilato, prima di sparire di scena dopo l’arresto in Kenya per droga ed una sua evoluzione quasi mistica. Gli ultimi tempi li passò di fatto sotto tutela della famiglia, pur avendo più di quarant’anni. Per approfondire ci sono diversi libri: fra quelli in commercio consigliamo Agnelli segreti, di Gigi Moncalvo, da noi recensito qualche anno fa, e il meno conosciuto, Edoardo. Senza corona… senza scorta, di Marco Bernardini, più centrato sul lato umano che su quello aziendale.

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