E.T. o Alien?

29 Aprile 2020 di Paolo Morati

E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg (e Carlo Rambaldi per l’iconico protagonista, quello originale e non ‘corretto’ dalla versione in CGI), che stasera alle 21.30 (su Italia 1) rivedremo per l’ennesima volta, è un film che ha fatto la storia della fantascienza per famiglie, versante buono se non buonista. La storia, notissima, è quella dell’alieno botanico curioso, smarritosi sulla Terra, trovato da un ragazzino (Elliott), e che chiede aiuto per ‘telefonare’ a casa e farsi venire a riprendere.

Diciamo fantascienza per famiglie – potremmo anche dire alla Spielberg – perché alla sua uscita, siamo nel 1982, E.T. era di fatto l’antitesi all’idea di extra-terrestre cattivo e pericoloso, spaventosamente proposta in film simbolo come Alien di Ridley Scott del 1979 (solo per fare un nome e restare in ambito Rambaldi) e seguenti.

Poi si potrebbe anche dire che alieno a parte, e relativa astronave, di fantascienza intesa come futuro basato su evoluzioni tecnologiche solo immaginabili ce n’è poca, essendo E.T. un film in tutto e per tutto calato nella sua epoca di riferimento. I teenager giocano a Dungeons & Dragons, scorrazzano in BMX e indossano hoodies, camice a scacchi sopra una maglietta, jeans, oltre a rigorose scarpe sportive ancora oggi disponibili (riuscite a riconoscerle?).

Ecco, per certi versi un mondo – riferendoci in questo caso a quello maschile – che se parliamo di ‘casual’ a 38 anni di distanza non sembra così cambiato, visto che le mode e determinati stili hanno i loro corsi e ricorsi storici. Ma anche un mondo che su altri fronti vedrebbe l’oggi sì come una piccola fantascienza, tra evoluzioni su robotica, intelligenza artificiale, senza contare tutto quanto ruota attorno a Internet e al digitale predominante nelle nostre abitudini. Poi mancano (ancora?) gli altri mondi, anche se un rover che gironzola su Marte mandando foto è già una piccola soddisfazione.

Per il resto E.T. fu un enorme successo al botteghino e di immagine, mentre il videogioco realizzato all’epoca si dimostrò il classico ‘gioco che non vale la candela’ generando grosse perdite. Nel mentre il personaggio diventò comunque un’icona aliena buona fino ad oggi laddove l’alieno del film di Scott era quella cattiva, ancor in più essendo calato in un ambiente ben oltre il claustrofobico. Il che ci porta infine a ragionare su quale alieno vorremmo incontrare e vivere. Insomma E.T. o Alien? La risposta potrebbe apparire scontata, eppure…

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