Videogiochi

Defender, spari nello spazio

Paolo Morati 09/02/2021

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Defender è stato un gioco leggendario per chi ha vissuto la golden age dei videogiochi, ossia quella che va dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Ottanta. L’idea di base di Defender era molto semplice: trovarsi alla guida di un’astronave che si muoveva in orizzontale, e in entrambe le direzioni, sparando contro nemici che cercavano di colpirci a loro volta per impedire la nostra missione di difesa. Ovviamente con niente di particolarmente sofisticato rispetto alle ipersimulazioni dei giorni nostri caratterizzate da trame sofisticate, colonne sonore e milioni di colori. Ma ogni cosa va valutata nel suo tempo e rispetto a ciò che c’era prima.

Siamo nel 1981. Prodotto dall’americana Williams, Defender è di fatto stato uno dei nostri giochi preferiti in quegli anni, perlomeno nell’immaginario creato anche dal nome evocativo, sebbene con un grado di difficoltà elevato, per il modo in cui dovevi controllare l’astronave. Questa viaggiava nelle due direzioni ritrovandosi magicamente all’inizio della mappa, per non parlare del rischiosissimo iperspazio. Roba da vera fantascienza, con l’immaginazione che rendeva iper realistico quel poco ma magnifico che la tecnologia (parentesi: primo videogioco famoso con scrolling orizzontale) riusciva ad offrire.

È comunque rimasto uno degli sparatutto più amati della storia. Defender lo giocammo molto anche sull’Atari VCS in una conversione che tecnicamente non reggeva il confronto con l’originale arcade (e la curiosità che quando sparavamo la nostra astronave scompariva…), permettendoci tuttavia anch’essa di lanciarci alla difesa di quegli sfortunati umanoidi nelle mire dell’invasione aliena. Un tema in definitiva ricorrente prima, durante e dopo l’invenzione dei videogiochi. Cambia il nemico, ma i buoni siamo sempre noi. 

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