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Questa squalifica è una Schickeria (CSKA-Bayern per giornalisti)

Indiscreto 19/11/2014

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto di alcuni ragazzi della Schickeria, il principale gruppo ultras del Bayern Monaco, che lo scorso 30 settembre erano a Mosca per assistere alla partita di Champions League contro il CSKA. Partita ufficialmente a porte chiuse per squalifica. Chiuse ma non troppo, come vedremo e come è accaduto in tante altre occasioni. Traduzione dal tedesco dell’amico di Indiscreto Kai Tippmann, senza toccare forma e sostanza.

Gentile Indiscreto, un po’ in ritardo sui tempi previsti ecco la testimonianza promessa. Prima di tutto diciamo che il racconto di partite come CSKA-Bayern Monaco è diverso da tutti gli altri delle nostre trasferte. Di solito i nostri racconti li scriviamo sulle vicende sugli spalti e attorno agli stadi. Ma cosa si può scrivere di una partita dove le tribune rimangono morte, dove nessuna curva alza la voce, dove puoi capire quasi ogni parola scambiata tra i giocatori in campo? Nessun problema per un giornalista sportivo, per noi autori di fanzine invece si. Ma anche alla maggior parte della stampa sportiva non piace vivere una partita del genere, senza pubblico un match della massima competizione europea sembra un incontro di terza categoria. Ironicamente c’erano esattamente 59+1 (noi del Bayern non scriviamo mai il numero 60, per la rivalità con l’altra squadra di Monaco) tifosi del Bayern che hanno deciso di non farsi spaventare dalle sanzioni della UEFA. Grazie a uno particolarmente impavido al momento dell’atteraggio c’era già la quasi certezza di poter vedere il campo la sera. Scavalcando tutte le barriere linguistiche questo amico ci ha consentito di vedere la partita, ancora grazie.

Dopo una giornata particolare a Mosca la maggior parte dei tifosi del Bayern si trovava all’albergo della squadra. Da lì ci siamo infilati nella carovana dietro il pullman della squadra nella speranza di non incappare nella rete di controlli. Ma nonostante il nostro autista si meritasse ogni centesimo della mancia zigzagando nel traffico serale di Mosca in modalità harakiri per stare in scia alla squadra, il suo impegno non ha pagato. Il buon Valery non è riuscito a parcheggiare il suo mezzo nelle catacombe dell’impianto, ma a fianco. E ci ha lasciato nel grigiore cupo dell’antistadio. Quindi si stava davanti al Khimki, che purtroppo sarebbe rimasto chiuso per tanti dei nostri.

Prima impressione: c’era un sorprendente viavai di gente, per essere una partita a porte chiuse. C’erano ovviamente ancora biglietti disponibili per gli sponsor e amici della UEFA: non una sorpresa, nei tempi del calcio moderno, anche noi avevamo già sentito dei 300 biglietti cosiddetti ‘Champions Club’. Rimanevamo comunque basiti a vedere che quasi tutti questi biglietti andavano a finire nelle mani di persone recatesi allo stadio con sciarpe del CSKA. Erano tutti sponsor? Mah… Questa la giustizia sportiva UEFA, senza contare che i presenti erano molto più di 300. Altro che Champions Club… Davvero un club esclusivo… Come tifosi del Bayern ci siamo fatti una domanda: perché il nostro club non ha fatto di in modo di avere all’interno dello stadio anche qualche suo tifoso, visto che la squalifica del campo era colpa del CSKA e non del Bayern? Ma non serve nemmeno girare intorno alle cose: per queste partite ci saranno sempre quelli fortunati e altri che non si trovavano al posto giusto al momento giusto per caso o non avevano i conoscenti giusti che servivano quel giorno. Alla fine, però, tra giornalisti, funzionari e più di 300 tifosi CSKA ce n’erano anche 8 della Schickeria, più 10 altri tifosi del Bayern. Gli altri 42 purtroppo non ce l’hanno fatta e si sono accomodati nel grattacielo lì vicino, ma il loro viaggio non è stato inutile.

Non abbiamo creato grattacapi alla UEFA, alla fine ci comportavamo in maniera da non destare l’attenzione. Accreditati come giornalisti, non ci siamo neanche alzati per esultare al gol di Muller. Nessuno voleva essere accompagnato fuori dallo stadio dalla polizia. Prima di tornare in città dopo la partita abbiamo vissuto i primi momenti di tensione, dopo alcune trasferte in Russia assolutamente pacifiche. Già durante la partita c’era circa un centinaio di tifosi russi radunati dietro la curva casalinga, dove cantavano e scambiavano cori con quelli dentro lo stadio. I nostri amici del grattacielo per tornare dovevano passare direttamente sotto la curva di casa ed i giovani tifosi moscoviti facevano alcuni passi decisi nella nostra direzione. Già per i numeri sarebbe diventata una situazione abbastanza insidiosa, se i russi avessero avuto un po’ meno rispetto per le poche forze dell’ordine presenti. Ma invece questo rispetto c’è stato, in Russia funziona così. Alla fine tutto è finito in maniera tranquilla. Un sentito grazie va a tutte le persone che hanno cercato di sostenere i nostri tentativi di bypassare il divieto di spettatori. Un saluto particolare mandiamo in Italia a Mr. Altravita e a Stefano Olivari. Mille grazie! Con tanti saluti alla UEFA e al suo calcio televisivo.

Da Mosca, i ragazzi della Schickeria

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