Com’è strano Egonu a Milano

13 Marzo 2023 di Alberto Rapuzzi

Piaccia o non piaccia, per aiutare il nostro amato volley ad uscire dal sottoscala della grande informazione aprendo le finestre a spazi importanti ci vuole sempre Paola Egonu. Con largo anticipo e con la stagione che sta entrando in una fase decisiva, il mercato si è infatti mosso con il classico ‘Manca solo la firma’ riguardante il ritorno nel nostro campionato del bomber azzurro, direzione Vero Volley Monza/Milano.

Riavvolgiamo il nastro per chi non segue da vicino queste vicende. L’anno scorso la stessa Egonu lasciò la fantastica Imoco Conegliano per volare in Turchia al Vakifbank di Guidetti che negli ultimi anni con le venete si era spartito tutti i trofei. Una scelta coraggiosa e stimolante, a fronte di un ingaggio adeguato al suo livello (un milione di euro, che peraltro prenderà anche in Italia) e con la possibilità di vincere ancora; la stagione del Vakif però sembra da zero titoli con una palleggiatrice non all’altezza e neo-ingaggi (Daalderop e Bajema) andati male: niente di ciò che si auspicava, Egonu compresa.

Tanto è vero che i turchi non hanno esercitato l’opzione per la prossima stagione, proponendole un rinnovo a stipendio dimezzato. Un modo come un altro per dirsi addio. Va anche ricordato che lo sponsor è la banca del governo, che dovrà impegnare importanti risorse nella ricostruzione post terremoto di cui nessuno più parla: in questo quadro un milione di euro ad una Egonu andata non male, ma certo sotto le aspettative, sarebbe una scelta impopolare. Poi se ci sono state valutazioni su situazioni particolari, anche private, questo noi non lo sappiamo.

Ciò che ci interessa è il ritorno della Egonu in Italia, che per il nostro movimento è certamente un fatto importante. Paola non si discute: è un riferimento assololuto, la nostra Nazionale non può prescindere dal suo rendimento se vuole ambire a traguardi importanti. È poi vero che certi suoi atteggiamenti o alcune dichiarazioni extra sportive la espongono a critiche ed a un sentimento di antipatia, ma crediamo che questo lo metta in conto, mentre i molteplici impegni (pubblicità, interviste, Sanremo, moda) le sottraggono energie da mettere sul campo. Anche per questo, va detto, attualmente Haak e Boskovic le sono superiori.  Il paradosso è quindi questo: la Egonu mediatica e mediatizzata fa bene al movimento volley, ma non a sé stessa. Al di à dei soldi incassati, ovviamente.

Detto che la Vero Volley non aveva urgenza di coprire il ruolo di opposto e che da sola Egonu non può farti vincere, alla sua nuova squadra servirà risolvere il problema delle bande, considerando pure  il logorio della sua palleggiatrice Orro stremata da troppe annate senza pausa tra club e Nazionale, al netto di un  nuovo allenatore che sostituirà Marco Gaspari: peccato non essere riusciti a prendere Zé Roberto firmato dal THY di Istanbul.

L’operazione Egonu è spiegabile fondamentalmente con il trasferimento della squadra brianzola da Monza, dove tutto è cominciato, a Milano, che nella visione del suo presidente Alessandra Marzari dovrebbe contribuire ad aumentare visibilità, risorse ed anche a sviluppare un piano importante a livello giovanile. Spesso ci si chiede se a questo sport servano le grandi città, nonostante il suo motore sia la provincia. Certo lo spazio sui media può aumentare (ma chi oltre alla Egonu può interessare al pubblico generalista?), ma c’è anche un problema si strutture: Roma grida allo scandalo, ma anche il nostro mitico e rinnovato Palalido (con pochi bagni, dettaglio non trascurabile) ospita già il Power volley maschile e l’Urania di basket di A2, che hanno fatto sapere di avere un po’ di mal di pancia.

Auspicabile un accordo preventivo sulla suddivisione degli spazi per evitare problemi a tutti, certo a Monza avevano un palazzetto migliore con ampio parcheggio e una tifoseria molto presente. A Milano chi lo sa. In ogni caso la Egonu al di là del suo valore tecnico è una personalità non sempre facile da gestire all’interno del gruppo, ma rappresenta l’icona che serve per mandare un messaggio all’ambiente. Recentemente c’è stato un assaggio di questa nuova filosofia penalizzando senza scrupoli i propri abbonati, con due partite di Champions e la sfida con Conegliano a Milano: si è riempito tutto con molti inviti alle scuole, prezzi bassi e quello che serviva per creare l’ambiente, al limite di una discoteca con un dj insopportabile (problema anche della pallacanestro, convinta di strappare gente al calcio con questi spettacolini).

Non ci pare che ai piani alti di Lega e Federazione ci siano stati chiari messaggi di appoggio all’iniziativa Monza/Milano/Egonu: rimane in generale il dubbio che chi gestisce il potere preferisca che il volley non cresca troppo diventando così più difficile da controllare. Un atteggiamento, diciamolo, anche di una parte degli appassionati: meglio un volley piccolo ma ‘nostro’ di un volley da prima serata televisiva. Come al solito il tempo risponderà a tutti i nostri dubbi, di certo chi come la presidente Marzari prende rischi e cerca di crescere merita grande considerazione.

La grande città ti dà tanto ma può anche toglierti tutto: inutile citare successi ed insuccessi del passato, certo il lavoro deve partire dalla conquista di un pubblico significativo. Perché non è vero che certi numeri debbano rimanere uguali nei secoli: l’Olimpia Milano di adesso ha il doppio del pubblico medio di quella supervincente (anche in Europa) degli anni Ottanta, nonostante un maggior numero di alternative sportive e non sportive, il web, Netflix, eccetera.

Nel frattempo godiamoci la notizia ufficiale, quindi da ‘C’è la firma’, dell’assegnazione a Torino delle Superfinals, sabato 20 maggio. Speriamo come l’anno scorso a Lubiana di avere un rappresentante sia con le ragazze che con i ragazzi approfittando dell’evento finale in casa: non sarà semplice ma ci sono le condizioni tecniche perché possa verificarsi. Per concludere, ricollegandoci al discorso Egonu: c’è stato un primo contatto tra l’Igor Novara e gli agenti di Carol, la fenomenale centrale brasiliana che sarebbe un altra stella di prima grandezza per il nostro campionato. In questo caso serve anche trovare una collocazione a sua moglie, Anne Buijs capitana dell’Olanda e giocatrice di comprovato valore. Amore e volley insieme sempre, a prescindere dalle dimensioni delle città.

albertorapuzzi@libero.it

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