Chi sono le Povere Creature?

12 Febbraio 2024 di Paolo Morati

È da ormai un paio di settimane che abbiamo visto Povere Creature!, titolo originale Poor Thingsil film diretto dal registra greco Yorgos Lanthimos che, dopo aver vinto il Leone D’Oro a Venezia, è stato nominato per ben 11 Oscar. Compreso quella per la migliore attrice protagonista, l’ottima Emma Stone. Ci è servito un po’ di tempo per metabolizzare la storia, tratta da un romanzo di Alasdair Gray che non abbiamo ancora letto ma che ci dicono sia abbastanza diverso rispetto alla sceneggiatura che ha poi ispirato. In meglio o in peggio non ci è dato saperlo. Ancora.

Il film ci ha inizialmente confusi dopo il ‘salto suicida’ della scena iniziale. Per poi calarci subito in un’ambientazione grottesca in termini di personaggi e comportamenti, fino ad acquisire l’essenza del personaggio centrale (la giovane donna Bella Baxter), un corpo da adulta ma un cervello da infante che via via acquisisce rapidamente ciò che la circonda. Con il sesso come avventura e sensazione al centro delle sue scoperte.
Tra comportamenti necessariamente infantili che si fanno via via più maturi – tra il piacere e la disperazione che la vita può dare – Bella non è tuttavia la sola creatura (anzi la ‘cosa’ stando al titolo originale) della storia sulla quale riflettere.

C’è in primis il chirurgo Godwin Baxter (Willem Dafoe), vittima di un padre folle, impegnato in ricerche dolorose e macabre che lo portano a costruire ibridi tra diversi esseri. Mentre la giovane donna vive le sue avventure, lui ha dietro una sofferenza, una ‘povertà’ inflitta da altri in un’epoca (quella vittoriana) affascinante e di fatto caratterizzata da misteri e storie entrati nell’immaginario collettivo. Sofferenza apparentemente negata, quando narra delle le amputazioni a cui è stato sottoposto. E ancora appaiono centrali l’aristocratica Martha Von Kurtzroc (Hanna Schygulla) o la tenutaria del bordello Madame Swiney (Kathryn Hunter), le cui storie brevi e solo accennate risultano fondamentali per capire il messaggio d’insieme.

Un film che può quindi essere letto in diverse chiavi e non solo quella della donna che si autodetermina e libera dal giogo maschile. E dove la fisicità, anzi il corpo, è centrale. E questo non certo per gli  innumerevoli amplessi che caratterizzano le scene, e che lo hanno portato ad essere vietato negli Stati Uniti ai minori di 17 anni non accompagnati da adulti, e in Italia invece ai minori di 14. Le ‘povere creature’ – che,  inquadrate in modo anomalo, si muovono in scenari frutto di estrema immaginazione – in realtà sono tutti gli esseri che Bella incontra nel suo viaggio, ognuno con la sua povertà di esistenza. E lei è solo il mezzo per scoprirle, e farcele scoprire, attorno a sé (e a noi).

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