Cazeneuve o Alfano?

16 Giugno 2015 di Stefano Olivari

Il caso Ventimiglia è mediaticamente in questi termini, stando alla maggior parte dei nostri giornalisti: la Francia cattiva che respinge i migranti alla frontiera o li rimanda indietro quando riescono in qualche modo a varcarla, l’Italia buona che li assiste pur essendo al limite. Poi esistono anche le leggi, che il ministro dell’interno francese Cazeneuve ha ricordato al suo omologo Alfano: il trattato di Schengen, quello sulla libera circolazione all’interno dell’Unione Europea, prende in considerazione gli extracomunitari emigranti per motivi politici (guerre, persecuzioni, eccetera) ma non quelli per motivi economici (i poveri, insomma). Non solo: ma il trattato di Dublino del 2013, firmato dall’adesso rosicante Letta, prevede che l’assistenza spetti al primo paese dell’Unione Europea in cui i migranti arrivano. In questo caso smentito il luogo comune dell’italiano furbo, considerando il cialtronismo austriaco (si arriva in Europa anche via terra). Non è un derby Francia-Italia, con Cazeneuve nei panni di Domenech e Alfano in quelli di Lippi, ma una questione che la mitica Europa a cui si appella chi non ha il coraggio di esprimere le proprie idee risolverebbe con ‘centri’ in cui ammassare le persone non identificate, prendendo loro le impronte digitali ed espellendo chi non viene da zone di guerra o sottoposte a dittature sanguinarie. Non sfuggono nemmeno le ragioni di Alfano: bella cosa i trattati, ma la geografia fa sì che sull’Italia prema la maggior parte delle masse dall’Africa e dall’Asia, al di là del fatto (come per fortuna avviene) che la maggioranza di loro sia in transito verso paesi in cui esiste un welfare ritenuto, quasi sempre a torto, migliore del nostro: infatti i 64mila richiedenti asilo in Italia nel 2014 sono un terzo di quelli, per dire, della Francia. Il ‘Di qua o di là’ non è quindi scontato, al di là dell’approccio ideologico all’immigrazione, perché da una parte ci sono le leggi europee e dall’altra la realtà che imporrebbe soprattutto all’Italia di fare da filtro. Cazeneuve o Alfano?

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