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Bombe di mercato NBA

Stefano Olivari 12/06/2014

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Alla vigilia di garaquattro delle Finals siamo già stanchissimi, come se su LeBron avessimo difeso noi e non Kawhi Leonard (attaccando come ha attaccato in garatre, poi), quindi evitiamo di proporre chiavi di lettura geniali per una serie che purtroppo a questo livello, con queste due squadre, non vedremo più. La stessa sensazione di instant classic provata con Lakers-Celtics 1987, senza bisogno della prospettiva storica per apprezzare ciò che stiamo vedendo. Così puntiamo direttamente sul futuro, sparando in sequenza gli scenari di mercato che più ci hanno affascinato, fra quelli diffusi negli ultimi giorni dalle fonti più autorevoli (ESPN, Sports Illustrated, New York Times, Usa Today, eccetera). Non significa che siano i più concreti, ma solo quelli che potrebbero ribaltare la NBA.

1) Melo-Heat. È lo scenario più devastante per la lega, quello che potrebbe trasformare la fine dei Big Three nella nascita dei Big Four. Se LBJ, Wade e Bosh si mettessero d’accordo per uscire dai loro contratti prima dell’inizio della free agency, come è nelle loro facoltà, per rientravi a cifre più basse, si creerebbe facilmente lo spazio salariale per un Anthony che diventasse free agent a dispetto dell’operazione simpatia che nei suoi confronti sta portando avanti Phil Jackson. Ma se a LeBron gridavano ‘Scottie Pippen’, a un Melo quarta punta cosa dovrebbero dire?

2) KD-Knicks. Qui siamo nel campo del fantasy più spinto, al livello di Vidic che telefona a Dzeko per convincerlo a venire all’Inter (si è letto anche questo, a tutta pagina e non sul New York Times) o di Morata che pare preferire qualsiasi squadra italiana, anche il Lanciano, al Real Madrid. In ogni caso non riguarda l’immediato futuro, ma il 2016, quando magari saremo tutti morti, con voci basate sul rispetto (vero) che Durant nutre nei confronti di Derek Fisher. Domanda: ma Fisher resisterà due anni su questa panchina? We want Phil, sempre.

3) Love-Cavs. La situazione contrattuale della migliore ala forte del mondo (tranne quando a fare l’ala forte va LeBron, per scelta tattica o per hobby), con scadenza 2015, è di quelle molto favorevoli a trade in cambio di massa di talento giovane. Cosa che a Cleveland non manca, oltretutto con la prima scelta assoluta del prossimo draft in canna. Media locali scenarizzano questa operazione: ai T-Wolves la prima scelta assoluta e altro, ai Cavs Love, che con Irving e un fantomatico (ma non impossibile, in linea teorica) James desideroso di vincere al paesello, storia che ai giornalisti piace sempre, formerebbe una squadra da titolo istantaneo.

4) Scott-Lakers. Fra i tanti candidati alla panchina dei Lakers è emerso il più logico, cioè Byron Scott. È infatti l’unico, fra i tanti ad avere avuto un primo contatto con il gm Mitch Kupchak, che può sperare in un seguito concreto. La stampa losangelina spinge molto anche Kurt Rambis, come Scott esponente dell’era dello Showtime e con dieci anni, in tre diverse epoche, di assistentato gialloviola, ma Scott convince di più in quanto con maggiore esperienza da capoallenatore (per Rambis solo una parentesi ai Lakers e due stagioni non memorabili ai T-Wolves). Insomma, tutto molto bello.

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