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Terzo anello prima dei saluti

Stefano Olivari 05/06/2014

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Si sente il bisogno di una nostra presentazione delle NBA Finals? Ovviamente no, le partite le vediamo tutti e il web italiano è già pieno di abili e meno abili copiatori di Grantland e Hoopshype: meglio leggere gli originali… E poi sia gli Heat che gli Spurs sono alla fine di cicli probabilmente irripetibili, non fosse altro che per il nuovo contratto che rende più difficile l’opzione Big Three (a meno che uno giochi quasi aggratis), di loro si sa tutto. Per questo i media americani si stanno pascendo di una pseudo-polemica riguardante la ‘fortuna’ che a Miami avrebbero avuto l’anno scorso pescando quel jolly di Ray Allen in garasei (canestro da tre alla cieca dall’angolo: ma si trattava comunque di ‘Jesus’, come da maglietta regolarmente comprata). Poca cosa, pochissima in confronto alle condizioni reali di Tony Parker: il re d’Europa dovrebbe essere in campo sin da stanotte a San Antonio, ma è chiaro che solo una sua versione extralusso potrà ribaltare un pronostico che nella pallacanestro fisicamente e difensivamente estrema dei playoff vede secondo noi favoriti gli Heat, che non avranno nemmeno più Bosh ‘battezzato’ e quindi avranno maggiori opzioni rispetto al 2013. Il titolo si giocherà molto sui comprimari, perché ormai al TP realizzatore gli Heat hanno preso le misure e Popovich avrà necessità di punti supplementari un po’ da tutti. In particolare da Splitter, l’anno scorso tragico, che anche in postseason sembra ora ‘finire’ canestri facili come nella sonnacchiosa e per un bianco meno ostica stagione regolare. E Belinelli? È il nostro italiano NBA preferito, per come la NBA l’ha sognata e poi conquistata in un ruolo dove i ‘bro’ non te la fanno vedere (specie nelle realtà perdenti che Belinelli ha conosciuto), ma il suo rendimento e l’imprevisto scongelamento di Bonner, sia pure in tutt’altra posizione, limiterà il suo utilizzo anche solo come arma tattica. Scommessa? 4-2 Heat, con carosello finale il 17 a Miami per il terzo anello (quarto per Wade e Haslem) e saluti di tutti tranne che di LBJ.

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