Almirante, Monte Carlo e Batman

3 Ottobre 2012 di Fabrizio Provera

Abbiamo atteso volutamente qualche giorno, perché l’eco mediatica sul caso scemasse almeno un po’. Ovviamente, l’arresto di Franco Fiorito avvenuto ieri mattina ha rinfocolato l’attenzione. Ma siccome non ce la facciamo più, e pur  importandoci ormai poco degli aspetti tecnico-giuridici del caso, ma solo di quelli estetici e-diciamo così- valoriali, ci viene spontaneo chiederci cosa direbbero, come imprecherebbero, che reazioni avrebbero certi uomini politici (tutti morti o quasi, per loro fortuna) al cospetto delle accuse mosse all’ex consigliere regionale del Lazio ed ex sindaco di Anagni. Cos’avrebbero detto, intendiamo dire, coloro i quali militando a destra e nel Msi hanno dovuto rinunciare ad incarichi e prebende che il loro spessore umano, politico e professionale avrebbe invece consentito. Cos’avrebbero detto, in relazione al caso Fiorito?

Siccome rubare è reato, ma “rubare militando nel Msi non è solo doppiamente reato, ma anche infamia” (Giorgio Almirante), chissà cos’avrebbe detto Franco Franchi, che non è l’attore comico ma il deputato e giurista almirantiano che sedette anche nel Consiglio Superiore della Magistratura; cosa direbbe il fine giurista Raffaele Valensise, deputato tra gli anni Sessanta e Settanta, padre di Marina Valensise, raffinata esperta di cose francesi e firma di Panorama e Foglio; cosa direbbe l’avvocato Carlo Amedeo Gamba, monarchico milanese, consigliere comunale dalla retorica prodigiosa e dalla cortesia fuori dal tempo (ogni volta che ad un congresso di partito incrociava una signora, anche lontanamente conosciuta, chinava il capo e si esibiva in un perfetto baciamano); cosa direbbe Carlo Tassi, avvocato piacentino che difese gratuitamente dei giovani missini processati a Bolzano, e al cospetto del giudice che gli intimava di parlare in tedesco rispose “siamo in un Tribunale italiano, al più posso esprimermi nella lingua dei miei, suoi e nostri padri”, e tenne l’arringa difensiva in lingua latina; cosa direbbe l’europarlamentare siculo Nino Buttafuoco, zio del geniale Pietrangelo (che, assieme ad Alessandro Giuli, ha scritto le cose più pesanti e ultimative, sul caso Fiorito: leggersi i pezzi su Foglio e Repubblica, facilmente rintracciabili sul web)?

Venendo all’oggi, cosa direbbe e cosa ha detto Teodoro Buontempo, che ha dormito per anni dentro una macchina in tempi di giovinezza inoltrata; cos’avrebbe potuto dire e non ha detto Ignazio La Russa, che per oltre 15 anni ha difeso gratuitamente e senza percepire una sola lira la famiglia di Anita Ramelli, la madre di Sergio, ragazzo di 17 anni a cui fu fracassato il cranio (sotto gli occhi della madre stessa) da tre studenti ‘democratici’ della facoltà di Medicina, tutti di Avanguardia Operaia, negli anni Settanta; cosa direbbe Enzo Trantino, penalista e principe del foro catanese, monarchico non pentito e già missino, anch’egli uomo di altri tempi. Per fortuna, da un punto di vista strettamente etico e morale, ci rasserena il fatto che a questa sconceria da avanspettacolo  non assista Giorgio Almirante. Il quale – chi scrive ne ha avuto testimonianza diretta e personale – si vide intestati personalmente – tra gli anni Sessanta e Settanta- decine e decine di case e beni immobili che sistematicamente adibiva a sedi dell’Msi, cui nessuno affittava case o uffici, siccome piuttosto spesso venivano dati alle fiamme.

Nel 1995, morto Almirante e sciolto il Msi in Alleanza Nazionale, il patrimonio immobiliare della Destra fu stimato in circa 100 miliardi di lire. Molti dei quali, siccome i lasciti testamentari erano personali e non citavano il partito, sarebbero potuti entrare nel patrimonio personale del segretario. Che per sé non tenne neanche un box o un posto auto a Campobasso, ad Atripalda, a Terlizzi, a Magenta, a Bisceglie, a Bolzano o in altre decine di posti dove gli vennero lasciati in eredità case e proprietà di vario genere. Ogni riferimento ai fatti connessi ad un appartamento ubicato in pieno centro, nel Principato di Monaco, è assolutamente voluto e non casuale. E per dirla con l’onorevole Massimo Corsaro, se leggendo queste righe a qualcuno dovessero fischiare le orecchie, speriamo si spacchino i timpani. Parole sante, dette purtroppo prima che si palesasse – tristemente e in modo dirompente – il fatto che la Destra italiana è passata da Almirante a Er Batman. E parliamo di estetica, non di indagini della Magistratura.

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