Gli ex lettori del 2014

28 Febbraio 2014 di Stefano Olivari

E così anche il glorioso Il Mondo se ne è andato. I giornali cartacei, quotidiani e periodici, stanno fallendo a catena e tranne qualche lodevole eccezione sta in piedi solo chi vive di contributi statali o di carità interessata da parte dei grandi azionisti, desiderosi di tenere sotto scacco quel sindaco o quel banchiere. Non volevamo però aggiungere qualche inutile riga al consueto bollettino della sfiga, ma sottolineare come i lettori siano fuggiti sì dalla carta ma non certo per leggere, gratis e tanto meno a pagamento, le versioni online dei giornali abbandonati.

Un’interessante rilevazione pubblicata da Italia Oggi ha infatti evidenziato una situazione di cui si parla poco, come se il dogma del futuro web fosse intoccabile: sarà anche vero che l’ex lettore su carta è passato al web, solo che legge altro o non legge proprio. Nel gennaio 2014 il sito di Repubblica ha avuto 1.294.00 utenti unici quotidiani, contro i 1.510.000 del gennaio 2013: un calo del 14,3%. Peggio ancora ha fatto il Corriere della Sera, con 973.000 utenti unici che sono il 23,3% meno di quelli del gennaio 2013… Sempre secondo Audiweb fuga anche dai siti del Giornale (meno 37,5%), del QN (meno 6,4), del Sole 24 Ore (meno 13,3), di Libero (meno 14,7) e anche del Fatto (meno 3,4). Confermando un nostro pregiudizio, cioè che alla gente di solito importa solo quanto accade nel suo orticello, vanno bene alcuni quotidiani locali: più 18,5% per il Messaggero e più 34% il Mattino, per citare quelli delle metropoli. Contraddicendo un altro pregiudizio, cioè che il marchio conti più del prodotto, vanno benissimo siti giornalistici come Lettera43 (più 90,55 %) o Il Post (più 264%) e malino una nostra lettura quotidiana come Dagospia (meno 19,4%).

Ma ovviamente a noi interessa lo sport. Anche qui il mito della migrazione dei lettori sul web viene infranto. La vendita di copie cartacee sta precipitando ma questo non ha impedito al sito della Gazzetta dello Sport di scendere del 4,2% (638mila utenti unici quotidiani), a quello del Corriere dello Sport del 28,4%  (179mila utenti unici) e a quello di Tuttosport del 16,5% (167.000). Il binomio ‘calcio e figa’ (lo diciamo in gergo tecnico) evidentemente ha stancato, ma prendendo in considerazione i dati di altri settori appare chiaro che a stancare è stato soprattutto il calcio. Non stiamo dicendo che scrivendo più di rugby o di skeleton i click si impennerebbero, ma solo che il calcio piace meno (e la lettura di cose di calcio meno meno). Infatti calano anche i siti che dedicano molto spazio al mercato e sono slegati dalle fortune di un singolo club, come Tuttomercatweb.com e Calciomercato.com.

In linea con questo ragionamento il fatto che sia in calo (meno 8,62%), con la Juventus che va bene, Tuttojuve.com, mentre in controtendenza (più 27,6%) è FcInternews.it. Fra  l’altro il sito di argomento nerazzurro è a quota 60mila utenti unici, contro i 53mila del sito bianconero. Spunti di discussione. Per generare interesse giornalistico è meglio essere quinti che primi? L’interista medio legge più dello juventino medio? Non ci nascondiamo dietro le domande: per noi sono due sì, nel primo caso perché a chi legge le celebrazioni interessano di solito meno delle critiche (chi legge, fosse anche Tex o DiPiù, è più portato ad usare il cervello di chi non legge), nel secondo perché nella sola Lombardia si legge più che nel resto d’Italia (parlando di libri, una sola regione genera il 50% del fatturato italiano) messo insieme e quindi chi è forte in Lombardia è forte anche nelle statistiche nazionali. Conclusione? Chi ha smesso di leggere su carta non sempre è passato alla (finta) gratuità del web. Ha smesso e basta.

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