Di qua o di là

Williams o Graf?

Indiscreto 09/09/2016

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La sconfitta in semifinale di Serena Williams agli U.S. Open 2016, contro Karolina Pliskova, è molto meno dolorosa rispetto a quella dell’anno scorso con Roberta Vinci che le impedì di realizzare il Grand Slam, ma è in ogni caso storica. La ceca numero 10 del mondo, che già negli ottavi aveva battuto Venus Williams (non sono in molte ad avere battuto le due sorelle nello stesso torneo: soltanto Henin, Clijsters e Hingis…), ha disputato una gran partita, resistendo soprattutto alla paura che prende le avversarie di Serena le rare volte in cui si ritrovano in vantaggio: merito del suo gran servizio, uno dei migliori fra le donne (a livello Serena e Keys, per dire: nella semifinale quando ha messo dentro la prima ha vinto l’84% dei punti) e anche di una modesta condizione fisica dell’americana, pare per problemi alle ginocchia anche se nello sport dovrebbe valere sempre la regola ‘Se non stai bene non giochi, se giochi allora stai bene’. Comunque quando Serena perde la sensazione, che poi è più di una sensazione (31 errori non forzati), è sempre che si sia battuta un po’ da sola. Di certo ha influito anche la battaglia con la Halep nei quarti, senza poter avere un giorno di riposo anche se è stupido (e infatti Serena ha evitato l’argomento) prendersela con le televisioni che sono alla base del successo finanziario del tennis.

Il 6-2 7-6 dell’Arthur Ashe Stadium ha un’importanza storica prima di tutto perché impedisce alla Williams di vincere il suo 23esimo titolo Slam in singolare e la costringe quindi a rimanere appaiata a Steffi Graf a quota 22: da sottolineare che la tedesca si è ritirata a 30 anni, mentre l’americana ne ha quasi 35 e sembra lontana dal capolinea. Altro record storico che deve condividere, questa volta con Chris Evert, è quello delle vittorie nel singolare degli U.S. Open: 6. La coabitazione con la Graf ritorna per quanto riguarda le settimane consecutive da numero uno del mondo, posizione che in ogni caso perderà lunedì a beneficio della Kerber: 186 settimane, pazzesco. In totale la Graf è stata però in vetta per 377 settimane, mentre la Williams per 309 (in mezzo alle due la Navratilova con 331).

Numeri da interpretare, sia per la differente lunghezza della carriere, visto che la Graf iniziò ad avere molti problemi fisici già a 27 anni e quindi i suoi record li ha ottenuti in un periodo più breve, sia per il valore delle avversarie: il livello medio, soprattutto sotto le primissime, era molto più basso ai tempi della Graf (basta ricordare certi primi turni), per non parlare di Monica Seles che prima di essere accoltellata da un suo (suo della Graf) fan non le faceva quasi toccare palla. Poco più di una curiosità, visto che erano in campo una trentenne e una diciottenne, gli scontri diretti: 1-1 al termine di due partite (a Sydney e Indian Wells) drammatiche. Serena è comunque ancora viva e sembra meno stanca del tennis di quanto non fosse qualche anno fa, il libro dei record si può ancora aggiornare. La varietà dei suoi interessi, di cui bisogna dare merito anche al padre Richard (che pretendeva che le piccole Venus e Serena in casa parlassero di tutto tranne che di tennis), l’ha preservata dalla bollitura mentale e il continuo ricambio delle sue avversarie dice che nessuna è un fenomeno.

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