WhatsApp vietato ai minori

16 Novembre 2019 di Indiscreto

È solo l’ultimo caso di utilizzo senza limiti di WhatsApp da parte di ragazzini. Parliamo degli alunni di una scuola media del milanese che a seguito di una challenge hanno creato un gruppo arrivato a più di 500 membri all’interno del quale venivano scambiati messaggi e immagini di dubbio gusto se non illegali.

Che l’utilizzo di social, chat e mezzi di comunicazione digitale in generale sia sfuggito di mano, e non solo ai minori, non è una novità. Il problema è che il regolamento di WhatsApp prevede che senza previo consenso di genitori o tutori non possa essere usato dai minori di 16 anni, mentre nella realtà dei fatti è installato sugli smartphone di tanti ragazzini o ragazzine, elementari comprese.

Si legge infatti nei termini di utilizzo: “Se risiede in un Paese dello Spazio economico europeo (che include l’Unione europea) e in qualsiasi altro Paese o territorio incluso (collettivamente Regione europea), l’utente deve avere almeno 16 anni (o età superiore necessaria nel suo Paese) per registrarsi e utilizzare WhatsApp”. Specificando anche che: “la creazione di un account con false informazioni comporta una violazione dei nostri Termini … allo stesso modo, la registrazione di un account per conto di un minorenne comporta una violazione dei nostri Termini”. Ecco che si aggiunge che“…ove l’utente non abbia l’età richiesta per poter accettare i Termini nel suo Paese, il suo genitore o il suo tutore devono accettarli a suo nome”.

Un divieto legato anche a quanto previsto nel regolamento europeo sui dati personali, per un mondo nei fatti praticamente incontrollabile dagli adulti responsabili, per ragioni che vanno dall’opposizione del ragazzi che blindano i propri device con password, combinazioni e impronte digitali, alla mancanza di tempo per guardare ogni sera quanto scambiato dai pargoli (senza contare che le chat spesso vengono cancellate) a problematiche tecniche ancora irrisolte al di là della possibilità di stabilire modalità di utilizzo da remoto installando app ad hoc.

Ecco il punto: quale genitore impedirebbe l’uso di WhatsApp al figlio essendo uno strumento di comunicazione così comodo? E quale avrebbe voglia di battagliare ogni giorno su uno strumento ormai ritenuto fondamentale e irrinunciabile per la vita ‘sociale’ delle persone, grandi e piccole?

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