Villeneuve Pironi, la storia finita nel 1982

13 Gennaio 2023 di Stefano Olivari

Ogni tanto abbiamo l’umiltà di guardare documentari su argomenti di cui pensiamo di sapere tutto e Villeneuve Pironi, appena visto su Sky Documentaries, è proprio uno di questi. Si tratta della storia della convivenza alla Ferrari dei due piloti, con un’amicizia, o qualcosa di simile, finita a Imola il 25 aprile 1982 e poi per la morte di Villeneuve dopo l’incidente. Con la sorte di Pironi che non sarebbe stata molto migliore, anzi. Ecco, il documentario è molto interessante anche per gli appassionati di Formula 1, all’epoca fanatici.

Perché non avevamo mai visto le immagini, davvero strazianti, dei genitori di Villeneuve, fra i pochi piloti (anche ai quei tempi) ad avere un’estrazione sociale modesta. Perché non sapevamo che al matrimonio di Pironi di poche settimane prima il testimone dello sposo fosse Marco Piccinini, il direttore sportivo della Ferrari ed unico personaggio della Formula 1 presente, con Villeneuve delusissimo per il mancato invito: quasi certamente Villeneuve l’anno dopo non sarebbe rimasto alla Ferrari e dopo Imola, con tanto di insulti a Piccinini, si sarebbe potuto anche togliere il quasi. Perché la storia di Pironi non era mai stata raccontata tanto, diversamente da quanto accaduto con il canadese nel cuore di tutti noi.

Notevole il fatto che fra familiari (su tutti la vedova Joanna, che omette però che fossero sull’orlo del divorzio), amici, ex colleghi (in particolare Scheckter) ed ex Ferrari (Forghieri, da poco scomparso) l’unico a parlare di Villeneuve in maniera non mitizzante sia il figlio Jacques, che ha fatto in tempo a conoscerlo bene visto che nel 1982 aveva 11 anni e già dai tempi canadesi viveva nel motorhome al seguito delle corse. Il fatto di essere diventato campione del mondo nel 1997, resistendo alla Ferrari e alla scorrettezza di Schumacher, non lo ritiene un indennizzo.

Quanto a Pironi, nonostante la sua tragica vita è per tanti il cattivo della situazione, come se Villeneuve, con mille incidenti nella sua carriera, avesse tamponato Mass a causa della tensione (un po’ è così, perché voleva fare un tempo migliore di Pironi, ma tutti in piloti vogliono andare veloce e Gilles più degli altri), e per entrare nel mito non gli è bastato morire a 35 anni, dopo una quantità assurda di interventi chirurgici e l’altrettanto assurdo rientro nell’offshore.

Rimane il fatto che quella Ferrari 126 C2 fosse una macchina clamorosa e che senza l’incidente al Gran Premio di Germania di sicuro Pironi sarebbe diventato campione del mondo: arrivò secondo dietro a Rosberg padre per soli 5 punti (all’epoca andavano a punti solo i primi 6, prendendo 9 punti il vincitore, poi 6, 4, 3, 2 e 1) pur non potendo correre gli ultimi 4 gran premi. Molto efficace e anche spaventoso il racconto di Hockenheim, fra la pioggia ed un incidente, con Prost tamponato, simile a quello che aveva ucciso Villeneuve nelle prove di Zolder. Come ci dispiace, ancora oggi, per Gilles e Didier.

stefano@indiscreto.net

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