Usyk e Djokovic gli ultimi cattivi

27 Settembre 2021 di Stefano Olivari

Nello stadio del Tottenham bella atmosfera ed anche match spettacolare con vittoria di Oleksandr Usyk non del tutto a sorpresa, visto che stiamo parlando di un campione olimpico di Londra (nei massimi, in finale su Russo), esattamente come Joshua (supermassimi, in finale su Cammarelle), e di un pugile imbattuto. Dell’ucraino nuovo campione mondiale del massimi WBA, IBF e WBO ci hanno colpito non tanto la prova e la sua mobilità, quanto la presentazione da parte dei media e della stessa’organizzazione, roba oltre Ivan Drago: ormai gli atleti dell’Est europeo sono gli unici che si possano presentare come cattivi.

2. A proposito… Il giornalista collettivo non ha mai avuto troppa simpatia per Novak Djokovic, uno dei pochi tennisti pensanti anche fuori dal campo: cosa rara, per chi dall’infanzia ha potuto e dovuto fare dieci ore al giorno una cosa sola, nel 99,9% dei casi senza diventare il numero 1 del mondo come Djokovic. Adesso foto casuali ad un matrimonio e ad un altro evento, con un comandante paramilitare serbo, Milan Jolovic, e con l’ex presidente della Repubblica Serba di Bosnia e Erzegovina, Milorad Dodik, sembrano diventati quasi la prova che Djokovic è un criminale di guerra. Se leggiamo soltanto i titoli si intuisce questo… Da vomitare, pensando che da bambino Djokovic si allenò, e non per modo di dire (usò anche una piscina vuota…), sotto le bombe della NATO con tanto di aerei italiani mandati a Belgrado da D’Alema senza approvazione del Parlamento (che ratificò la decisione a posteriori). Abbiamo una foto di Federer con D’Alema?

3. La morte a Jerez di Dean Berta Vinales, quindicenne cugino di Maverick e anche lui pilota, ha generato il solito dibattito di fronte a un cadavere dovuto alle corse: la sfortuna di un ragazzo consapevole che giustamente inseguiva il suo sogno o l’atroce morte di un adolescente che inseguiva i sogni di chi gli stava intorno? Non c’è la risposta esatta, non c’è del resto nemmeno il confine fra i nostri desideri e quelli filtrati dal pensiero degli altri. Senza pressioni familiari o ambientali un bambino non farebbe niente. Strano però, proprio dal punto di vista statistico, che nessuno di questi genitori abbia mai detto “È colpa mia”.

4. Walter Sabatini lascia il Bologna, dopo più di due anni non sarà più il consulente di Joey Saputo. E nemmeno di Mihajlovic, suo rivale nel conquistare le simpatie dei giornalisti. Domanda dal bar dell’economia CEPU, o Cusano Campus: in un momento in cui indebitarsi costa pochissimo e in cui mancano soprattutto le idee, perché questi re del mercato sempre incompresi non si mettono in proprio e comprano una squadra? Forse perché il consulente vince sempre, se viene pagato, mentre l’imprenditore no.

5. Della Laver Cup abbiamo sempre pensato male, ma non possiamo negare che a Boston ci fosse entusiasmo e che vedere Borg e McEnroe vivi ci dia sempre una scossa. Il gigantismo dei Masters 1000 e in prospettiva anche dei 500 porta a svalutare tutto tranne gli Slam, preparando il terreno ad una seconda età dell’oro delle esibizioni, dopo quella che credevamo irripetibile degli anni Settanta. Più facile vedere la Rosewall Cup che un calendario più razionale, anche geograficamente: finora Gaudenzi grossa delusione.

(17.00 di lunedì 27 settembre 2021, continua domani)

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