United Cup, il ritorno di Berrettini

28 Dicembre 2022 di Stefano Olivari

Con la United Cup riprendiamo a scrivere di tennis, fedeli alla linea di occuparci soltanto di ciò che ci interessa. Questa competizione a squadre è l’ennesimo mostro partorito dall’anarchia organizzativa di oggi, in parte paragonabile a quella degli anni Settanta: 6 gironi da 3 squadre (l’Italia gioca a Brisbane con Brasile e Norvegia, va avanti soltanto la prima), per ogni sfida due singolari maschili (per gli azzurri Berrettini e Musetti), due femminili (Trevisan e Bronzetti) ed un eventuale doppio misto a decidere tutto. Essendo una competizione mista ATP-WTA, nata sulle ceneri della Hopman Cup (che ritornerà in luglio a… Nizza) e dell’ATP Cup, assegna anche punti e quindi ci sono nomi di grande interesse, da Nadal al rientrante Zverev. Grande curiosità ovviamente per Berrettini, che tolta l’esibizione con Wawrinka non gioca dalla finale di Napoli persa con Musetti in ottobre: sembra stia bene, ma l’espressione ‘injury-prone’ è sempre lì che aleggia. Per noi, con diretta su Supertennis, si comincia domani mattina alle 4 contro il Brasile, con la Trevisan sfavorita nei confronti della Haddad Maia.

Il 2022 di Camila Giorgi è andato male e si è concluso malissimo. La ormai trentunenne al di là delle semifinali a Eastbourne non ha combinato nulla di buono e anche le sue solite grandi occasioni perse non sono state tante, anzi pur da fedelissimi di Camila non ce ne viene in mente nemmeno una. Fra l’altro non giocava così poche partite nel circuito maggiore, 32, da quando era junior: facile pensare che il post-carriera da influencer sia già iniziato, ma il tennis femminile è così livellato verso il basso che sono credibili i comeback di giocatrici molto più scarse della Giorgi. Che comunque adesso, numero 66 del mondo, è la quinta italiana del ranking dopo Trevisan (27), Bronzetti (54), Paolini (62) e Cocciaretto (64). Il peggio, come detto, nel finale, con l’accusa di avere usato un falso certificato vaccinale per ottenere il green pass. Sembra di parlare di mille anni fa, ma l’eventuale reato rimane.

Anche il tennis avrà suo Drive to survive? Lo vedremo il prossimo 13 gennaio, quando su Netflix andranno in onda i primi 5 episodi di Break Point, con gli altri 5 a giugno. Lo schema sarà lo stesso usato per la Formula 1, la collaborazione di ATP e WTA massima ed i campioni in linea di massima più disponibili rispetto ai Verstappen e agli Hamilton. Vista la drammaticità del tennis, ad ogni livello (comunque si parlerà soltanto di Slam e dintorni), non dovrebbe essere difficile tirare fuori un buon prodotto. Queste operazioni ‘autorizzate’ spesso partoriscono schifezze inutili negli sport di squadra, ma in quelli individuali funzionano. 

stefano@indiscreto.net

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