Recensioni

Una nuova Rosalba in città, l’Arisa che resterà

Paolo Morati 12/02/2019

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Evviva! In Italia abbiamo da dieci anni una cantante vera e questa cantante si chiama Arisa. Un’interprete alla quale piace emettere le parole con suoni, puliti e lineari. E non fa birignao, non fa sermoni, non ha lacrime  ed emozioni artificiali. Semplicemente canta, trasmettendo sincerità. Il suo nuovo album uscito in questi giorni e intitolato Una nuova Rosalba in città lo possiamo definire un variegato dipinto pop, con alcuni brani divertenti e giocosi, altri più profondi, altri classici, altri moderni. Dove quello che ha portato a Sanremo, Mi sento bene, ha inizialmente spiazzato nel suo essere double face, per poi entrare in testa e stupire anche se non appare (anzi) la cosa migliore di una raccolta che mette insieme diversi generi in dodici canzoni. Noi restiamo sempre fissati sul punto che gli album debbano contenerne otto…

Ecco allora che il nuovo lavoro di Arisa, il sesto, che segna anche l’esordio con la Sugar, si apre con Dove non batte il sole, già entrata di diritto nella nostra playlist, grazie a un ritmo che ti prende e ti porta via senza bisogno di svolazzi vocali, e che fa il paio con Minidonna, quadretto ambiguo che avrebbe potuto tranquillamente essere scritto dal Lucio Battisti d’epoca. E invece c’è dietro la firma di Gianluca De Rubertis, del duo Il genio, che mette anche lo zampino in Tam tam sulla musica di Shridhar Solanki. I tre brani citati sono di fatto quelli che di questa raccolta portano il piede a battere il tempo, un contrappeso rispetto all’Arisa più interprete (quella che abbiamo conosciuto con La notte, per intenderci) di La domenica dell’anima dove ci ha emozionato la frase “Ho sognato di far gol al Brasile” nella sua metafora calcistica, e la title track che annuncia nella sostanza il cambiamento di Rosalba, e non solo in termini di casa discografica.

E poi c’è la sorpresa de Gli amanti sono pazzi, dove una brutta scoperta si trasforma invece in qualcosa di totalmente nuovo, su atmosfere disco, e il gioco d’epoca a 78 giri di Quando c’erano le lire che in realtà è un riferimento ai lati negativi delle relazioni moderne. Fino alle più classiche (e più canoniche) Vale la pena, Il futuro ha bisogno d’amore, e Così come sei. A chiudere, e di fatto un capitolo a parte, la cover di Amar pelos dois con cui il portoghese Salvador Sobral si è aggiudicato l’Eurovision Song Contest un paio di anni fa. Qui con un gran bel testo di Cristiano Malgioglio.

Nella sostanza un disco importante questo Una nuova Rosalba in città, che in certi suoi colori sembra uscito direttamente dai decenni magici della musica (per noi i Settanta e gli Ottanta), non solo per i suoni ma anche per l’evidente impegno, raro in questi tempi da singolo in streaming usa e getta, da parte dei diversi autori e produttori che vi hanno lavorato. E che, lo ripetiamo, trovano in Arisa una voce destinata, fortunatamente, a restare.

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