Un calcio Infront

6 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

1. MATERAZZI ALL’INCASSO – Marco Materazzi come Di Pietro, almeno per l’entità dei risarcimenti ottenuti in tribunale. Volgari ma normali (normali ma volgari, se preferite) insulti che gli americanofili ottusi derubricano a ‘trash talking’ e gli uomini di calcio ancora più ottusi a ‘intelligente provocazione’, sulla sua bocca erano diventati un caso di politica internazionale. Ci riferiamo alla vicenda con Zidane, più nota delle azioni di gioco di quella finale: fra l’altro quelle importanti quasi tutte con protagonisti proprio loro due (entrambi i gol, il fallo da rigore commesso dal difensore ed il colpo di testa di Zidane con paratona di Buffon: a parte la traversa di Toni e i rigori non ricordiamo altro). Ne riparliamo per via della sentenza londinese che ha condannato il Sun a risarcire Materazzi per l’interpretazione islamica della mitologica frase (”Figlio di una puttana terrorista”, secondo il tabloid del compagno Murdoch). Materazzi era già passato all’incasso con Daily Mail e Daily Star, ma l’aspetto interessante della questione è che un insulto diretto alla sorella (versione semiufficiosa di Materazzi, mentre Zidane ha sempre taciuto e noi abbiamo raccolto altro da un testimone giocante: l’abbiamo anche scritto, non replichiamo perché non abbiamo i soldi del Sun) viene considerato più onorevole di uno vaghissimo con implicazioni politiche.
2. WEB UGUALE DEMONIO – Pane per i denti dei giornalisti che dicono internét con l’accento sulla seconda ‘e’ o che pensano che la pedofilia sia nata insieme al www. Un falso profilo intestato ad Alex Del Piero è infatti comparso su Facebook, collegato a frasi di propaganda nazista. La foto (corredata dallo slogan ‘Nazisti è meglio che sionisti’) ed i dati dell’amministratore sono quelli del campione della Juve, che però ovviamente non c’entra nulla. Contro i cretini non c’è difesa, considerando quanti dati circolino (chiunque sa più cose della vita privata di Del Piero che di quella del proprio fratello) e con quanti stati canaglia si possano triangolare le registrazioni. Poi si può moraleggiare, come è stato fatto di recente per i gruppi pro Riina, ma in generale non c’è difesa. Non si tratta di nazisti o di mafiosi, che hanno canali di comunicazione diversi da quelli degli scaldasedia, ma di gente che magari frequentiamo. Magari siamo noi.
3. IL CALCIOMERCATO DI DE SICA – Metà degli incassi argentini nel calciomercato di gennaio sono usciti da Natale a New York. Secondo il quotidiano ‘Critica’, infatti, le entrate dei club argentini (crudeli artisti della vetrina, basta vedere l’età media degli attaccanti della massima serie) sono passate dai 43 milioni di euro del gennaio 2008 ai 12 e rotti di adesso. E più di metà della cifra, sulla direttrice Boca-Napoli, riguarda Jesus Datolo
4. PADOVAN FOR PRESIDENT – Giancarlo Padovan come Vittorio Pozzo? Non proprio, anche se come diceva quel tale che da direttore dell’Avanti divenne primo ministro ‘il giornalismo è un bellissimo mestiere, a patto di uscirne in tempo’. Però l’ex direttore di Tuttosport è il candidato numero uno, per non dire unico, alla presidenza della divisione femminile della Figc alle ‘elezioni’ del prossimo 23 febbraio. Non una cosa improvvisata, visto che da anni Padovan allena squadre femminili con buoni risultati, ma comunque una notizia curiosa. Al termine della sua marcia su Roma farà il dirigente e non l’allenatore come a suo tempo il giornalista Pozzo (che comunque fu anche dirigente federale), ma non si sa mai…
5. PER TOMMASI NON SUONA IL CAMPANA – Non ha ancora firmato, ma Damiano Tommasi sta davvero pensando di giocare un anno in Cina. Per un’esperienza di vita, voglia di conoscere culture nuove, eccetera. Ma anche per la mezza delusione dello scorso dicembre: l’ex centrocampista azzurro pensava fosse arrivato il momento della successione a Sergio Campana al vertice dell’Aic (non a caso: lui è da anni il successore designato da Campana stesso, con Albertini cavallo per la Figc o realtà internazionali), ma l’avvocato di Bassano del Grappa ha beffato tutti autodefinendosi ‘traghettatore’ e rimandando il momento del passaggio di consegne. A Vicenza dicono che non finirà il quadriennio, ma nessuno ci crede davvero.
6. UN CALCIO INFRONT – Gli scazzi di Lega che hanno portato alla trombatura provvisoria di Matarrese non hanno grandi retroscena, a meno di non entrare in particolari da film con Lino Banfi (”Sì cara, sono in riunione con Moratti e Galliani”) riguardanti presidenti peones in trasferta a Milano con lo stesso spirito, ma ben altri prezzi al consumo, con cui sarebbero andati a Kaunas o Budapest. Come è noto si litiga per la spartizione dei diritti televisivi post 2010 della serie A, con la Infront che assicura un minimo garantito di 900 milioni l’anno. Tanti soldi in assoluto, ma una miseria se rapportati a quanto la Premier League tira fuori dal suo mercato interno. Meno noto è cosa sia concretamente la Infront: una grande società internazionale, con sede in Svizzera e Philippe Blatter (sì, nipote di) come capo, che si occupa di marketing e diritti tivù, che in Italia ha rilevato Media Partners: azienda dello stesso settore e guidata da molti ex Fininvest, ritenuta da sempre vicina ad Adriano Galliani e al suo principale. Scelta, quella della Infront, non a caso contestata da Cobolli Gigli ed invece stranamente accettata da Moratti. Quando risentiremo parlare della necessità di un ‘manager esterno’ alla Lega si potrà quindi ridere.
7. AMBROSETTI CASE – Chiusura della settimana di Svegliarino con uno stupendo ‘Dove sono adesso’ regalatoci da Andrea Maltempi e riguardante Gabriele Ambrosetti, indimenticato e secondo noi fortissimo centrocampista di fascia sinistra di Vicenza, Piacenza, Chelsea e infine Pro Patria. Ha lasciato il calcio e fa con successo l’agente immobiliare vicino a casa sua (è nato a Varese 36 anni fa), in zona Gallarate.
stefano@indiscreto.it
(appuntamento a lunedì)
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