Televisione

Tokyo 2020, le Olimpiadi guardate oggi

Stefano Olivari 13/07/2021

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Finalmente le Olimpiadi, da venerdì di settimana prossima, 23 luglio: quelle estive, quelle che consideriamo più vere non perché siano più vere ma perché ci sono tutti gli sport che amiamo. Abbiamo appena seguito in streaming la presentazione di Discovery ed in streaming guarderemo tutto ma proprio tutto, dell’atletica, della pallacanestro e del tennis olimpici, cercando di non perderci gli eventi più importanti degli altri sport e tutto ciò che per noi fa Olimpiade: la pallavolo femminile, il nuoto, la boxe, la lotta, anche il vituperato calcio che sarà oggetto delle solite critiche da parte di mantenuti di Stato.

Chi è interessato solo all’italiano che vince una medaglia e poi ringrazia il colonnello non ha ovviamente bisogno di Discovery +, se si abbona adesso (29,99 euro per un anno), o di essere già abbonato (come noi) a Eurosport Player, può bastargli la Rai ed il canone che ha già pagato attraverso la bolletta dell’elettricità. Come più volte detto, nessuno nega i meriti storici della Rai, ma adesso è soltanto una pay-tv a cui in pochi si abbonerebbero volontariamente.

Venendo all’attualità, i Giochi di Tokyo 2020 (o 2021, il solito balletto fatto per l’Europeo) li potremo vedere sulla Rai, che ha acquistato 200 ore di trasmissione solo televisiva (quindi non su Rai Play), il che significa una media di 11 ore e rotti al giorno, e sia Discovery +-Eurosport in maniera illimitata, circa 3500 le ore totali di gare, con anche 30 feed contemporanei. La cosa che più ci piace è che finalmente potremo goderci ogni passo delle gare di mezzofondo, senza subire la creatività del regista o anche delle regie nazionali che decidono cosa conti e cosa no. Una medaglia nei 1500 metri conta più di una nel lancio del martello, cultura sportiva non è attribuire a tutto lo stesso valore se no ai Giochi dovremmo ammettere le corse nei sacchi e il palo della cuccagna.

Lo spunto televisivo è per noi pretesto proprio per dire la nostra su questo argomento. L’importanza di una disciplina non è qualcosa di indiscutibile nei secoli. In un mondo in cui lo sport era di élite formate in scuole militari la scherma ed il pentathlon avevano un senso, nel 2021 sembrano quasi una mascherata, oltretutto con una base di praticanti e di spettatori risibile. Per questo non faremmo troppe ironie sullo skateboard o sulla Bmx, e in un futuro non ne faremmo sul padel: tutti sport che ci fanno ribrezzo e che consideriamo davvero come la corsa nei sacchi o il tiro alla fune (che un passato olimpico peraltro ce l’ha…), ma che indubbiamente una base di persone ad essi interessate ce l’hanno.

Insomma, anche nello sport la tradizione va rinforzata con il presente, ma soprattutto il tempo della gente è limitato. Se ci sono persone che seguono lo skateboard significa che ci saranno meno persone che seguono, mettiamo, il calcio. Lo sport non può essere un museo e la stessa cosiddetta tradizione olimpica è stata in gran parte a suo tempo inventata. Dai, non vediamo l’ora che si inizi.

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