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Stanco di essere stanco

Oscar Eleni 08/12/2025

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Oscar Eleni sulle tracce del procione ubriaco della Virginia aiutato dalla volpe truffaldina che fa impazzire i cassieri al cinema con Zootropolis 2, anche se l’incasso vero lo fanno alla Scala pur senza primo ministro e presidente Mattarella. Confusione che ci porta al saluto sussurrato al figlio da Nicola Pietrangeli prima di andarsene a cercare terra rossa, erba o cemento in campi celesti: “Sono stanco di essere stanco”.

Lasciateci almeno ridere mentre salutiamo la pasionaria Mabel Bocchi ricordata su tutti i campi proprio insieme a Pietrangeli, un matrimonio speciale che accompagna sulla nuvola dei “Senza fine” campioni che entrano nella stessa famiglia dove fanno gli onori di casa Ornella Vanoni insieme alla Lea Pericoli che ai tempi del Giornale portava spesso l’amico dal braccio d’oro in redazione regalandoci vera allegria, insegnandoci a danzare nella vita.

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Distrazioni senza capire Infantino, la federazione mondiale del calcio, l’ottimismo del calcio italiano per un Mondiale ancora da conquistare come se davvero avessimo già battuto l’Irlanda del Nord e la nazionale dopo. Lo stesso ottimismo della Ferrari nel giorno di Lando Norris, le rosee previsioni che avevano salutato il ritorno di Spalletti nel grande calcio alla guida di una Juventus senza capo né coda, come direbbero i colleghi di Repubblica messi all’asta sul mercato greco.

Per fortuna la fiaccola olimpica appena accesa e in viaggio verso Milano-Cortina per l’Olimpiade invernale del 2026 ci distrae portandoci in mondi diversi, quelli dove dopo Ceccon ha nuotato anche Sara Curtis, la diciannovenne piemontese con sangue nigeriano che con le sue sette medaglie e i suoi primati agli europei in vasca corta di Lublino ha permesso all’Italia di vincere anche la classifica per nazioni, salutando genitori ed amici prima di tornare nella sua università negli Stai Uniti, in Virginia dove di sicuro ne saprà di più sul procione bevitore. Bellissima davvero questa Italia prima nel medagliere, prima in tante cose ormai da un po’ di tempo, come del resto il tennis beatificato da Errani e Paolini sull’altare di Fazio col naso incerottato e l’orologio mai guardato fino al notturno con il tavolo esagerato.

Cercando di capire i fischi e le sassate di Napoli per l’allenatore che aveva portato lo scudetto prima di Conte, per il pullman dove soltanto il veterano Chiellini non si è spaventato, perché ne aveva viste di peggio nella “civilissima” Italia del balun, applaudendo lo sciatore Alex Vinatzer, in attesa che Goggia e Brignone ritrovino armonia e serenità, eccoci al basket che saluta con il Domenicale campaniano Mabel Bocchi, raccontandoci la carriera di Danilo Gallinari che ha smesso di giocare e probabilmente esplorerà il suo mondo da altre dimensioni, un po’ come ha fatto suo padre Vittorio dopo aver puntellato il muro e la uno tre uno di Dan Peterson che non si perde una partita e un’alba radiosa raccontando la sua vita e tante storie, augurandoti buon giorno se hai il computer aperto.

Basket che ricordando si libera dal peso di dover giudicare davvero quello che succede oggi, magari nel campionato, ubriacandosi con le triple doppie della NBA dove LeBron JAMES ha sbalordito il mondo dei mediocri perché pensando alla squadra e non ai suoi record, ha rinunciato a fare bottino per servire il pallone della vittoria al compagno meglio piazzato. I campioni veri fanno squadra , quelli finti, purtroppo, li vediamo pensare soltanto i loro guadagni, alle feste anche senza famiglia, tanto poi a pagare sono gli allenatori, anche quando non sono soltanto vasi di coccio.

Tempesta sul campionato dei troppi campioni sulla carta che rovinano squadre e carriere, torneo di pallacanestro dove senza penalizzazioni e divorzi al comando con Brescia e Virtus Bologna potrebbe esserci anche Trapani, capace di mettere ai ferri una Treviso ormai disperata nel giorno in cui si è presentata al Palaverde con mezza squadra, senza l’allenatore Repesa, senza Alibegovic, con Petrucelli in panchina per tutta la partita, mentre i tifosi che hanno fatto il viaggio esponevano striscioni chiedendo ad Antonini di vendere. Difficile credere che tutto sia regolare se adesso la Federazione investiga sull’iscrizione della società che intanto faceva tremare i palazzi delle grandi favorite.

Basket dove l’Eurolega si prepara a contrastare gli invasori NBA con la stessa lucidità che stanno mostrando i politici dell’Europa disunita che tende a destra, senza ombrello per ripararsi dagli sputi della potente consorteria statunitense, padrona di tante cose, cominciando dall’intelligenza artificiosa, nei giorni delle paci finte, come dimostrano le fucilate fra thailandesi e cambogiani, come sanno a Gaza e a Kiev.

Mentre in casa Armani cercano una palestra santuario che possa ridare salute ed energia alla squadra più malata del sistema, in attesa della settimana terribile che porterà a Milano prima il Panathinaikos e poi la Virtus campione che due giorni prima misurerà la sua imbattibilità casalinga contro i matamoros dell’Hapoel Tel Aviv, molto più feroci del Maccabi in fondo alla classifica. Giorni della verità per chi era sicuro che il basket col sorriso di Poeta avrebbe riunito squadra e pubblico, quello che non aveva preso bene la stangata di Vitoria dove Galbiati e Spagnolo avevano infilzato una difesa che non sembra più tanto solida, come si è visto anche nella partita in campionato dove Trento poteva davvero fare il grande risultato dentro al Forum che presto sarà regalato al ghiaccio olimpico. Non avendo voglia di capire certi titoli di giornale, qualcuno ha visto persino un’Olimpia di ferro nel 94 a 90 del sollievo, dopo il 0-14 nel terzo tempo da incubo, mentre LeDay, dopo Brooks, salvava una squadra allo sbando, facilmente superabile in difesa, confusionaria nell’attacco un tanto al chilo. Tempi e critica nuova. Meglio così.

Noi, per ristorarci andiamo alle pagelle festeggiando con i tifosi di Messi che, vincendo il titolo statunitense con la squadra di Beckham, si è portato a casa il 48° trofeo di una carriera straordinaria nel calcio dove i piedi buoni sembrano scarseggiare, almeno in Italia:

10 Al sorriso di Achille POLONARA mentre tornava a correre portando la fiaccola olimpica che gli aveva passato il suo amico e corregionale Gimbo Tamberi oro di Tokyo nel salto in alto. Una vita nuova per ACHI il guerriero, per la sua bella famiglia, sicuri che a Sassari lo stiano aspettando.

9 A PETERSON, MENEGHIN, PETRUCCI per come hanno ricordato Mabel BOCCHI, il presidente federale lo ha fatto anche legando la nostra campionessa a Nicola Pietrangeli nel minuto di silenzio su tutti i campi di basket.

8 Alla TRAPANI che sul campo di Treviso ha dato ancora una zampata anche nel momento più buio per la società e per la città.

7 A MAGRO per la signorilità dopo un’espulsione che non ha tolto forza a Napoli anche se nel finale la squadra ha perso lucidità, a VERTEMATI per come la sua Udine, trovando CHRISTON, certo più concreto di qualche viandante preso chissà dove, ha scoperto la gioia della prima vittoria in casa. Bello scontro anche se ci siamo domandati se fosse davvero quella la partita da trasmettere in TV.

6 Un nove rovesciato A MAURIZIO BEZZECCHI che lascerà la Lega basket dopo averla servita fedelmente come responsabile della comunicazione, ruolo che dal prossimo anno verrà occupato da Stefano VALENTI che già ha fatto benissimo come giornalista e per la serie A2.

5 Alla REYER che fa dannare il suo allenatore anche se contro CANTÙ, a difese aperte, si è rifatta almeno della brutta figura in coppa. Certo la doppia fatica costa anche se la classifica dice che dopo le favorite c’è il gruppo di BRUGNARO e CASARIN.

4 Ad ANTONINI, presidente del Trapani basket e della società di calcio se non ci spiegherà perché il suo coraggioso progetto trova tanti ostacoli in città e con la Federbasket. Non capiamo perché dovrebbe essere perseguitato, non possiamo credere che REPESA abbia lasciato senza un motivo la panchina di una squadra che stava andando benissimo.

3 All’EUROLEGA che come risposta all’invasore NBA, sostenuto anche in Italia, propone un allargamento a 24 squadre, magari divise in due gironi, sapendo che in molti sono già in fuga, e i calendari intasati stanno creando più di un problema.

2 A TREVISO dove ROSSI sta vivendo il suo immeritato inferno. Peccato per un giovane tecnico a cui auguravamo tanta fortuna. Certo le speranze di salvezza non sono tante, a meno che qualcuno non aggiunga un giocatore vero alla squadra. La fatina dei canestri ?

1 All’ARMANI se non troveranno un regista vero, magari anche sano, nella speranza che POETA, abile dispensatore di carote e sorrisi, ricordi che pure il bastone può servire con certi giocatori e nel suo prezioso lavoro a Brescia sembrava che lavorasse per la felicità del gruppo, ma dentro certe regole.

0 A Danilo GALLINARI se non protesterà con tutti quei giornali che nel salutare la sua bella carriera di giocatore, di grande anche nella NBA, hanno sempre messo in primo piano i milioni guadagnati come se lui avesse giocato più per i soldi che per la gloria.

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