Giochi Olimpici

Stai Muto

Stefano Olivari 20/07/2021

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Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sospesi, rinviati, cancellati. Aspettiamoci di leggere ogni giorno cose del genere, fondate su numeri di contagi da Covid percentualmente risibili e soprattutto su un sentimento di chiusura prevalente in Giappone (che su altri versanti è e sarà la loro fortuna). Poco fa all’albo degli allarmisti si è iscritto anche Toshiro Muto, capo del comitato organizzatore e quindi non l’ultimo passante. Facciamo così: ne riparleremo quando i Giochi saranno sospesi, rinviati, cancellati. Speriamo e crediamo che non avvenga, perché se non si riesce a disputare una gara di keirin a porte chiuse significa che il mondo è morto. Per la gioia di chi non vorrebbe più uscire di casa e quindi gode nel vedere che anche gli altri stanno in casa.

L’atletica italiana sta avendo ottimi risultati a livello giovanile, ma da Tokyo è probabile che esca con zero medaglie, come del resto zero erano state a Rio 2016 (con 42 paesi andati sul podio…). Per questo fa notizia l’uscita del libro di Sandro Donati su Alex Schwazer, ‘I signori del doping’. Lo leggeremo di sicuro, ma grazie ai media italiani quasi compatti è già facile pre-recensirlo: tutto un complotto contro Schwazer, dal movente peraltro oscuro. Al di là delle medaglie, ci piace ricordare il titolo di un altro scritto di Donati: campioni senza valore. In attesa di ‘Allenatori senza valore’, che leggeremmo con ancora maggiore interesse.

Esiste una mossa di marketing più stupida di quella fatta dalla Toyota? Da una parte strafinanzia i Giochi, dall’altra ne prende le distanze. Soprattutto in patria, perché negli spot all’estero il logo olimpico rimane.

Primi segni di occhi pallati da Giochi, a Giochi non ancora iniziati. Trovavamo incredibile che la Slovenia di Pogacar e Roglic avesse un solo slot per la cronometro e siamo andati a leggere il regolamento. Non c’era scampo, a meno di non prendere la nazionalità algerina o eritrea, per via delle quote continentali. Una logica oscena che osserviamo, turandoci il naso, negli sport di squadra, ma che in quelli individuali è inaccettabile. I problemi del mondo e del Kenya saranno altri, ma ci dispiace lo stesso per il quarto keniano dei 3000 siepi.

Se le finali NBA dovessero andare a garasette, ma anche se finissero stanotte, sarà impossibile che Booker, Holiday e Middleton siano in campo domenica contro la Francia, con punto interrogativo per Iran e Repubblica Ceca. Bloccato LaVine dal protocollo anti-Covid, Popovich alla fine avrà sicuri soltanto otto giocatori. Per somma dei valori dei singoli il peggior Team USA dal 1992 ad oggi (quello che deluse nel 2004 aveva Duncan, Iverson, i giovani LeBron e Wade…), ma con una chimica interessante fra mangiapalloni e gregari di lusso. Squadra senza bianchi, al punto che quando Popovich ha pensato di convocare Kevin Love, poi sostituito dall’impresentabile McGee, è arrivata da più parti (e in particolare da Jalen Rose, su ESPN e non su Indiscreto) a Love l’accusa di essere uno ‘white token’. A razze invertite una cosa simile non sarebbe stata nemmeno immaginabile.

 

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