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Sindrome cinese

Anna Laura 19/09/2011

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di Anna Laura
Dopo aver saturato le palle a tutti negli ultimi vent’anni con i vantaggi della globalizzazione, dopo che abbiamo vissuto la crisi giapponese del 1992 dell’America del 2001, dell’Europa del 2008, adesso tocca alla Cina. E sarà una crisi durissima.
La fine della globalizzazione sarà certificata entro la Primavera del 2012. Sarà questo che intendevano i Maya? Vi risparmio tutte le interpretazioni del caso, dalla visione di Hapgood ai deliri di intervento alieno fino al pianeta X di sitchiniana memoria. Il 2012 pare rompere definitivamentel’idea di un governo mondiale, governato da quella che per comodità possiamo definire elìte massonica angloamericana. Ma dicevamo della Cina…che sostiene il debito pubblico di mezzo mondo ma che di suo potrebbe avere un crollo verticale innescato dall’innalzamento a oltre il 200% della percentuale di fido. Questo in sè non sarebbe catastrofico, ma ciò che fa pensare è che le banche hanno esagerato motu proprio prestando in maniera indiscriminata. E anche lì la bolla immobiliare è pronta ad esplodere, speriamo che gli inviati che ora esaltano in maniera disinteressata (…) il modello cinese sappiano raccontare la catastrofe sociale che sta per abbattersi sul paese. Altro che Grecia, non fosse altro che per le dimensioni… Le già scarse tutele sociali cinesi sono già al collasso, in una situazione come l’attuale con scorte che crescono e domanda mondiale in calo. Così è possibile una implosione che ricorda il film Sindrome cinese: invece della centrale atomica, sarà la centrale finanziaria a essere chiusa per sempre? Auguriamocelo. Ora, una piccola considerazione di carattere pratico. Pensiamo a un grosso guaio finanziario, non stiamo a sottilizzare sulle cause (tanto anche gli economisti ve le spiegano sempre dopo). Fate due conti: quanto potreste resistere? Calcolando per la sopravvivenza un piatto di pasta (100 grammi’) al giorno e un po’ di erba, una famiglia di quattro persone in un anno avrebbe bisogno di 146 chili di pasta e di qualche vegetale a portata di mano. Spesa totale? Sui 200 euro, non stando a sottilizzare sulla marca. Potremmo anche farcela. 

Anna Laura
(19 settembre 2011)

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