Animali

Simpatico quel delfino in piscina

Stefano Olivari 29/08/2012

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Arrivare alla fine del mese è sempre più difficile, quindi in fondo cosa ce ne frega della sorte dei delfini quando nostro figlio è costretto a usare la cartella dell’anno scorso e non possiamo più permetterci la scheda di Mediaset Premium? Ne parliamo perché proviamo una simpatia pari allo zero per i parchi acquatici, culturalmente a metà strada fra lo zoo e il circo, ma anche perché venerdì 31 agosto è il Japan Dolphins Day 2012 e in molte città ci sono iniziative per far sentire la propria voce (a Milano appuntamento alle 11 sotto la sede del consolato giapponese). Ha già detto quasi tutto il film The Cove, vincitore dell’Oscar 2010 come miglior documentario: mostrando fra l’altro le reali condizioni di vita dei delfini in cattività e di come la vita in piscina non si riduca a quei quattro balzi che fanno impazzire i bambini. In origine c’è la solita simpatica mattanza: a Taiji, sud del Giappone, ogni anno settembre a marzo, migliaia di delfini sono intercettati sulle loro rotte migratorie, vengono spinti dai pescatori fino alla baia e poi nell’acqua bassa vicino alla spiaggia. Qui la maggior parte di loro viene brutalmente uccisa mentre i pochi superstiti sono costretti ad una vita di prigionia. Ci riferiamo anche agli acquari, che più volte noi stessi abbiamo stupidamente visitato (è come lamentarsi della presenza degli spacciatori e subito dopo acquistare droga), da Barcellona a Monte Carlo (meglio spendere quei soldi alla roulette). I pescatori tendono a scegliere giovani madri: una volta individuate, le spingono verso la riva e fuori dall’acqua separandole dai piccoli, che poi vengono uccisi insieme agli altri membri del branco non ritenuti idonei. La carne viene poi spacciata di solito per carne di balena (non che uccidere le balene ‘vere’ sia meglio). La simpatia del tutto è accresciuta dalle elevatissime percentuali di mercurio presenti nei delfini pescate in questa area: alla fine viene il sospetto che il panteismo alla giapponese sia una gran cazzata, anche se non al livello dei suoi rivali ‘rivelati’. Quanta violenza sotto questo cielo, eh Rena’.

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