Semiprofessionisti.com

1 Agosto 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
1. Forti dell’esperienza dell’agosto scorso, quando gli articoli sull’Olimpiade di Pechino e dintorni ebbero un riscontro di pubblico pari a quasi zero (a livello quantitativo, perché poi su vari temi nacquero discussioni davvero interessanti) rispetto a quelli calcistici di qualche giorno prima e qualche giorno dopo, non commetteremo l’errore di pontificare sul nulla mentre il novantove per cento dei frequentatori di Indiscreto ha il computer spento. Andremo quindi in vacanza senza scrupoli, all’inseguimento di molte delle letture cartacee rimandate ad agosto. Non necessariamente Proust o Senofonte: abbiamo in borsa le biografie di Pete Maravich, Zidane, Giovanni Borghi e Nilton Santos, due tomi di matematica applicata alle scommesse, il Meridiano su Piero Chiara, dodici albi arretrati di Tex, la storia del leone Christian, un libro di Luigi Zoja che ci hanno detto essere geniale (si intitola ‘La morte del prossimo’) e l’ultima opera di R.L. Quercetani sull’atletica. Basta avere tempo, adesso ce l’abbiamo. E se alcune situazioni dovessero prendere il verso sbagliato ce l’avremo anche in settembre…
2. Purtroppo non è sempre vero che si scrive per soldi, ma di sicuro sempre lo si fa per essere letti. Quindi la nostra stagione 2008-2009 finisce qui, per ricominciare a pieno regime lunedì 24 agosto. Andiamo in vacanza, sperando di resistere alla tentazione di intervenire senza che a qualcuno interessi: abbiamo appena imparato ad aggiornare Blogger tramite cellulare e stiamo studiando come eliminare la scritta ‘Le mail ti raggiungono ovunque con BlackBerry from Vodafone’, anche se sembra sia impossibile…Nessun bilancio perché non siamo ancora morti e nessun ringraziamento ruffiano a chi sa già che gli vogliamo bene, ma solo qualche modesta riflessione a beneficio delle quasi 17mila teste diverse (stando a Google Analytics: poi il vero cialtrone 2.0 moltiplicherebbe l’indirizzo Ip per un coefficiente, visto che se da un ufficio si collegano in venti risulta un lettore solo) che si ritrovano qui quasi ogni giorno.
3. Partiamo dalle cose che ci tengono attaccati alla vita, cioé dai fallimenti. Quello della Settimana Sportiva è stato doloroso in ogni senso, visto che ha fatto perdere due anni di tempo, un impegno personale assurdo, la faccia con gli amici-colleghi coinvolti e con i lettori, qualche migliaio di euro che un abile parolaio ci ha sfilato dalla tasca. Come quasi tutti i farabutti quello che abbiamo incontrato noi ha avuto la fortuna di trovare vittime non violente, che non reagiscono in maniera appropriata allo strafottente ‘Fammi causa’ da figlio di papà che abbiamo ascoltato anche in contesti editoriali più seri.
4. La modestia è strutturalmente falsa, quindi parliamo anche di una vittoria. L’Altra Milano, il libro che da trent’anni avremmo voluto almeno leggere. L’abbiamo scritto, insieme a Giorgio Specchia, ed il miracolo è che i conti stiano tornando nonostante si parli di basket, di una squadra ad alto livello morta ventinove anni fa e di un mondo che sembra lontanissimo anche a noi che lo abbiamo visto. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore chi lo ha comprato solo per affetto nei nostri confronti e senza un particolare interesse per la pallacanestro degli anni Settanta. L’idea meravigliosa sarebbe produrne altri, con lo stesso spirito ma su argomenti meno di nicchia. I nostri autori di punta hanno tutto per raggiungere il successo, tranne che un libro pronto…
5. Venendo al presente ed all’immediato futuro, ci ha regalato qualche idea l’ottimo ‘Dilettanti.com’ (The cult of the amateur, in originale) di Andrew Keen. Un’analisi del modo in cui il web ed il falso mito del tutto gratis abbiano distrutto non solo l’editoria ma anche qualsiasi attività creativa a livello professionale. Tutti riciclano tutto, nel mondo dominato dal copia & incolla: i cantanti cantano solo cover, la tivù vive di trasmissioni nostalgia, i giornalisti hanno smesso di scrivere notizie e sono diventati tutti opinionisti tromboneggianti. E’ un’autocritica, nel caso non si fosse capito, che ci spingerà in una direzione nuova e al momento ancora fumosa. Non più il parere saccente, sia pure limitato alle poche materie su cui ci riteniamo informati (calcio, basket, media, scommesse, storia, cazzeggio), ma nemmeno la notiziola di due righe. Qualcosa di intermedio, che non sapremmo definire e che magari non piacerà. Però di sicuro qualcosa di molto più coerente con il web, oltre che di più immediato. Non rinunceremo del tutto agli articoli che sarebbero lunghi anche per R2 di Repubblica, ma saranno l’eccezione e non la regola.
6. Il libro di Keen spiega come il discorso sui contenuti non possa essere scisso da quello sulle entrate. Non leggeremmo mai un giornale fatto nei ritagli di tempo dell’editore e dei giornalisti, per quanto gratis e fatto con passione. Ci impegneremo quindi in prima persona per raccattare pubblicità, con canali tradizionali (i soliti Adsense e le solite affiliazioni) ed anticamere personali per la riscossione di vecchi crediti. Dandoci un anno per vedere qualche risultato: non la ricchezza e nemmeno un modesto professionismo, ma qualche centinaio di euro al mese che consenta di chiedere a giornalisti veri (alcuni già li conoscete bene) un impegno che non sia dettato solo dall’amicizia. Il web ha distrutto i media tradizionali, con le attuali ondate di licenziamenti che ancora non rendono bene l’idea della gravità della situazione, ma di web non si vive. Invece di lamentarsi meglio trovare fonti di reddito alternative, più o meno parenti del giornalismo, in attesa dell’idea geniale.
7. Di cosa parleremo nel 2009-2010? Delle solite cose, ma speriamo in modo diverso. Con puntate extrasportive su animali, economia, cultura pop ed una migliore strutturazione dei muri. Ne nasceranno di nuovi, per argomenti su cui almeno una decina di noi abbia qualcosa da dire. Parafrasando il titolo di quello che è il nostro libro dell’estate, saremo dilettanti.it come spirito e semiprofessionisti.com come impegno. Scriveremo, a seconda dell’ispirazione, buoni pezzi di intrattenimento o colossali idiozie. Continueremo a farlo senza alcuno che ci detti la linea: proprietari (impossibile, siamo noi), dipendenti (non ne abbiamo), sponsor (come i dipendenti) o lettori (non essendo paganti). Ma soprattutto senza linea.
stefano@indiscreto.it

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