Atletica

Schwazer contro Schwazer

Stefano Olivari 22/06/2016

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Si può essere così stupidi da doparsi dopo una lunga squalifica e con addosso gli occhi di tutti, non soltanto di federazioni e agenzie antidoping? La risposta è stata affermativa in centinaia di casi, non soltanto nel vituperato ciclismo, e uno di questi potrebbe riguardare Alex Schwazer. Lo scoop della Gazzetta dello Sport di oggi, a firma Claudio Arrigoni, è infatti incentrato sulla positività del marciatore azzurro riferita a un controllo dello scorso gennaio a Vipiteno, uno dei controlli a sorpresa della IAAF. Non certo l’unico a cui Schwazer è stato sottoposto durante la sua squalifica di quasi 4 anni e dopo il suo ritorno alle gare con clamorose prestazione nella 50 chilometri e nella 20, ma il caso Armstrong dimostra che averla (quasi) sempre fatta franca può anche voler dire poco. Dopo la grande prova di Roma, l’8 maggio, in Coppa del Mondo, manifestazione che lo sport italiano ha in tutti i sensi pagato a caro prezzo, è stato effettuato sul campione un controllo mirato sugli steroidi e da lì è nata la positività. Ancora più clamorosa visto che in questa sua seconda vita agonistica Schwazer è dal marzo 2015 seguito da Sandro Donati, allenatore di seconda fascia (sicuramente mai di marciatori, in decenni di carriera) e volto mediatico della lotta al doping in Italia. Chissà se la tesi difensiva, visto che già per oggi pomeriggio Schwazer ha annunciato una conferenza stampa, sarà quella del complotto… sarebbe in ogni caso un complotto curioso, visto che CONI e FIDAL hanno investito molto, anche come immagine, su questa operazione ‘figliol prodigo’, mettendosi anche contro atleti azzurri che si sono sentiti presi in giro (su tutti Tamberi) dall’enfasi data al tutto. Per non parlare della quasi unanimità mediatica, un po’ per convenienza e un po’ per il piacere di scrivere una bella storia. Di sicuro Schwazer è (era?) con Gatlin e pochi altri uno degli ex (ex?) dopati della storia ad andare più forte di quando si dopava, addirittura doppiando la distanza. Insomma, a complottare contro Schwazer è principalmente Schwazer.

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