Rock of Ages: musical in salsa ’80

21 Giugno 2012 di Alvaro Delmo

“Il rock è finito”, afferma alla fine il manager – sosia alla lontana di Ricky Gianco – interpretato da Paul Giamatti. “Il rock non muore mai”, gli risponde uno dei protagonisti, giovane e bello come si addice a un personaggio che tenta di sfondare. Potrebbe (o vorrebbe) essere in sostanza questa la morale della commedia musicale Rock of Ages, diretta da Adam Shankman e da poco arrivata nelle sale italiane forte di una colonna sonora totalmente d’epoca e un cast di stelle, a partire da Tom Cruise, Alec Baldwin e Catherine Zeta-Jones.

Adattamento dell’omonimo musical di Broadway, ci siamo avvicinati alla storia sapendone poco ed evitando di andare su Internet a leggere opinioni e commenti. Certi che gli spoiler non sono graditi da molti non stiamo quindi a raccontarvi la sua trama, ma segnaliamo alcuni spunti che ci sembrano interessanti per chi vuole andarlo a vedere o discuterne con noi.

Prima di tutto la musica: molto glam rock, alcuni classici e qualche chicca di altro genere come Harden my heart (per noi ai tempi sigla finale di Zig Zag di Raimondo Vianello… o forse di Popcorn). Ci sono brani (reinterpretati dai protagonisti o in originale) dei Def Leppard e di Pat Benatar, degli Skid Row e dei Poison, degli Scorpions e dei Twisted Sister.

L’anno di ambientazione è di fatto il 1987, con l’inserimento di diversi elementi distintivi dell’epoca più o meno azzeccati, oltre le canzoni: l’idea di juke box, un coin-op di culto come Donkey Kong (uscito ormai da sei anni), il mega cellulare a mattonella, il motorino in stile Ciao (ci è sfuggita la marca), il locale di lap dance (ma quello di Flashdance era un’altra cosa) e le pettinature cotonate, con lacca a manetta.

Tom Cruise è perfettamente calato nel ruolo della rockstar in avanti negli anni, tale Stacee Jaxx, contro il quale si accaniscono donne fustigatrici della morale (con sorpresa finale). Il tutto strutturato in chiave satirica, anche se il messaggio tra le righe riesce comunque a passare. Stesso discorso per uno strepitoso Alec Baldwin, bolso gestore di un locale, anch’esso in crisi. Piccolo ma efficace il cameo di Mary J. Blige. Un po’ caramellosa e (volutamente?) ingenua invece la storia dei due giovani protagonisti (Julianne Hough e Diego Boneta) alla ricerca del successo, mentre alla fine incombe all’orizzonte la minaccia delle boy band…

Un’ultima considerazione riguarda l’annosa diatriba che riguarda il termine rock e sul quale questo film non sembra fare molta chiarezza, sembrandoci tutto sommato un affettuoso omaggio a un certo mondo e ciò che lo circonda(va), evitando il rischio sempre in agguato della celebrazione. Ci limitiamo a dire che per fare il genere non basta – oltre ad avere i capelli lunghi – una chitarra elettrica (anzi non serve) e che se il pezzo che chiude Rock of Ages vi rientra allora è senza dubbio molto più rock Notte rosa di Umberto Tozzi (bellissima, tra l’altro).

Alvaro Delmo, 21 giugno 2012

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