Riapertura dei Navigli?

21 Settembre 2016 di Biro

Qualche giorno fa il sindaco di Milano Giuseppe Sala è tornato a parlare di un suo vecchio progetto, quello della riapertura dei Navigli, in pratica annunciando un referendum sul tema. Mi rendo conto che sia un tema locale, ma del resto sono un gatto milanese (come 9mila lettori di Indiscreto) e in ogni caso qui scriviamo quello che ci passa per la testa in un dato istante. Mancano pochi mesi alla mia morte e quindi il tema mi tocca soltanto marginalmente, visto che ottimisticamente i lavori dovrebbero durare sei o sette anni, però il tema è interessante perché contrappone non soltanto opinioni di fattibilità tecnica (uno studio della facoltà di architettura del Politecnico indicherebbe la possibilità di procedere) ma soprattutto di modello di vita urbano. Il percorso, per chi conosce la città, sarebbe quello da Cassina de’ Pomm (traduzione: cascina delle mele), in pratica via Melchiorre Gioia, per proseguire attraverso i Bastioni di Porta Volta, raggiungere via San Marco, seguire la cosiddetta cerchia dei Navigli ed arrivare fino alla Darsena, un circuito che potremmo definire da happy hour. Va ricordato che i Navigli milanesi sono molteplici e quasi tutti scoperti, quindi stiamo parlando di una loro piccola parte situata in centro e semicentro. Una parte che era scoperta fino all’inizio degli anni Trenta, quando fu chiusa per motivi (va ricordato anche questo) più igienici che viabilistici: i nonni del mio amministratore, per dire, l’avevano vista in entrambe le versioni. Tornando ai giorni nostri, una prima stima di costi di questa scopertura è di poco superiore ai 400 milioni di euro, ma in fondo il punto non è nemmeno questo e nella giornata in cui si decide il futuro dei Giochi di Roma si va quindi diritti su questioni di tifo. Navigli quasi totalmente scoperti, come prima degli anni Trenta, o parzialmente coperti come adesso?

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