Ramadan o crocefisso

20 Marzo 2024 di Stefano Olivari

Ramadan o crocefisso? Nonostante le apparenze questo non è un Di qua o di là divisivo secondo i soliti parametri destra-sinistra ed è per questo che lo proponiamo in queste terribili settimane senza il calcio di club. Il punto di partenza è ovviamente il caso della scuola di Pioltello che ha scelto di rimanere chiusa il 10 aprile, in occasione della festa di fine Ramadan, con la giustificazione che tanto in classe non ci sarebbe stato nessuno visto che quasi tutti gli alunni dell’istituto Iqbal Masih (cioè il ragazzo pakistano diventato icona della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile) sono di famiglie islamiche.

Decisione che è nei confini della legge, visto che ogni scuola dispone di giorni di vacanza discrezionali, e che ha generato il dibattito politico che tutti abbiamo visto: la destra nella media a criticare l’ennesimo episodio di sottomissione all’Islam, la sinistra nella media ad applaudire la vittoria del multiculturalismo, la maggioranza fra laicità e menefreghismo, senza una vera opinione se non sulla posizione di Frattesi o di Adli. Polemiche che a parti invertite si erano viste per il crocefisso esposto in classe, consentito ma non obbligatorio e quindi rientrante nell’autonomia dei singoli istituti, se non addirittura dei singoli docenti (ci sono sentenze contraddittorie).

Il crocefisso poteva essere percepito come un’imposizione culturale da chi non è cristiano, ma allora come definire questa sorta di obbligo di festeggiare il Ramadan? Secondo noi poco centrato il paragone con il Natale, fatto da molti cattolici che ritengono il cattolicesimo una religione come un’altra (allora tanto vale credere in De Zerbi), visto che stiamo parlando di una festa nazionale e ormai laicizzata oltre il suo significato religioso. E poi non è che a Natale nei paesi islamici i cristiani possano rifiutarsi di lavorare. Insomma, nei minuti pari pensiamo che la salvezza (temporanea) sia lo stato laico, senza stabilire gerarchie fra religioni che aprano la porta ad ogni tipo di contenzioso soprattutto in quest’era di religioni alla carta e di sincretismo spinto, e nei minuti dispari pensiamo che la cultura cattolica sia alla base della storia italiana e quindi i suoi simboli in un edificio pubblico italiano non siano offensivi. Ramadan o crocefisso?

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