Quelli che odiano le nazioni

11 Giugno 2012 di Anna Laura

E’ vero che nessuno sa come andrà, ma una cosa è certa: non andrà come vogliono le elìtes, come Monti e il suo governo hanno dimostrato e dimostrano oggi nel nostro paese. La scelta elitaria di supportare l’idea di un governo mondiale è fallita. Ne stanno già prendendo atto. Ci sono stati errori colossali: il primo fra tutti è stata la scelta del supporto mediatico ufficiale, cioè giornali e tv, che si è rivelata deficitaria. Da oltre venti-trenta anni i media non sono credibili (nemmeno prima lo erano, ma almeno complice la nostra ignoranza lo sembravano), sono velinati, non svolgono la funzione per cui erano nati, cioé quella di dare notizie. Ora fanno informazione, che è un’altra cosa. Naturalmente l’informazione è la negazione di ogni fatto o cambiamento che vada contro gli interessi dei finanziatori dell’organo che è preposto a fornire questa in-formazione, cioè la formazione del supporto e del frame interno, cioè mentale dell’individuo. Tradotto , significa che hanno fallito nel condizionamento. Il web non va mitizzato (altro che rivoluzioni via Twitter…), ma si è rivelato più forte, nella sua disomogeneità, del blocco ufficiale media e tv. Come nell’assedio di Vienna del 1683, dove Marco D’Aviano mise a disposizione le sue “facoltà”  e permise all’esercito cristiano di sconfiggere un esercito islamico di quattro volte più grosso. L’idea di “nazione”, piaccia o non piaccia, è risultata incancellabile dall’inconscio collettivo. Nascono ogni giorno provvedimenti tesi a istituire dazi, in ogni paese cosiddetto emergente. Russia, Brasile, India, Argentina, Cina, mettono dazi più o meno dichiarati (basta un ritardo in una concessione)… ma non è questa la cosa importante in sè, la cosa che i ‘bankieri’ hanno  sbagliato è che non avevano previsto l’inconscio informatico. Una modulazione delle coscienze fatta per via informatica, via web, è il fenomeno che è sfuggito agli analisti, a quei pensatori che ideologizzano il futuro del mondo con le loro ipotesi. L’internauta è spesso in trance davanti al video e davanti alla tastiera. E chiaramente quando esprime dissenso emotivo lo fa attraverso un nuovo vettore: la tastiera. Questa trasposizione emozionale ha assunto caratteristiche  speciali, una sorta di Cabalinternet, che è in grado di evocare lo spirito delle macchine, e di riflesso degli internauti. Non l’avevano previsto! Il nascere di questa nuova risorsa, quella di un inconscio informatico che, come una locomotiva, come una cosa viva, si lancia a bomba contro l’ingiustizia. In maniera più emotiva rispetto all’era della politica ‘fisica’. E quindi più pericolosa per le elìte. Che odiano le nazioni, frutto di un’idea politica e culturale ‘dal basso’ (il che non equivale necessariamente alla democrazia), facendoci spiegare dai loro giornali che dobbiamo adattarci e cedere sovranità. All’Europa, ai creditori, ai tecnici, a realtà finanziarie di cui non siamo azionisti nè mai lo saremo. Ma soprattutto ad altre nazioni.

Anna Laura, 11 giugno 2012

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