Quarto d’ora non accademico

26 Giugno 2009 di Stefano Olivari

E’ solo un quarto d’ora, ma non certo accademico. In attesa degli stravolgimenti del 2010, con la partita di mezzogiorno e tutto il resto, la serie A pay della prossima stagione regalerà ai suoi appassionati una sola fondamentale modifica: fischio d’inizio alle 20 e 45, come in Champions League, invece che alle 20 e 30. Manca solo il visto di Abete, che non dovrebbe tardare. Le 20 e 30 rappresentavano un orario quasi tradizionale (dal 1993, data italiana della partenza della serie sulla allora Telepiù: direttore era Biscardi!) ma non piacevano più nè agli sponsor né alla stessa Sky: tutti con l’obiettivo di spostare in avanti la fine della serata televisiva. Per i telespettatori cambia pochissimo, per la non pagante carta stampata moltissimo: la cronaca e i commenti alle partite serali sono già adesso una truffa, nessun essere umano potrebbe scriverli stando attento a quanto avviene nel secondo tempo. Con le 22 e 30 come orario di consegna per la prima edizione si continuerà a leggere di Motta che al 13′ ha crossato per Vucinic, che ha appoggiato di testa per l’accorrente Brighi. E senza nemmeno quel quarto d’ora per rileggere e correggere ci saranno pagine che potranno essere destinate direttamente all’iceberg, nel senso dell’insalata. Ma i giornali non pagano, come ricordava Giraudo, e qualche rarissima volta criticano, mentre le tivù paganti (tutte, considerando i vari pacchetti) sono necessariamente complici.

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