Quanto vive un gatto

La vita media di un gatto non ha statistiche precise, ma certo è che quella dei gatti domestici è più che doppia, forse anche tripla, rispetto a quella dei randagi...

15 Maggio 2021 di Biro

Oggi compio 19 anni e davvero non mi aspettavo di arrivare a questa età. Certo potrei morire fra un minuto, con tutti i problemi di salute che ho, ma avrei comunque vissuto più di quanto viva di solito un gatto persiano, cioè intorno ai 15 anni. Poi c’è anche chi dura a lungo ed io sono fortunatamente fra questi. Su richiesta del Direttore di Indiscreto, mio amministratore-badante, per pagarmi i vari Gourmet, Schesir, Next, Almo Nature, Monge, eccetera, ormai tutti abbondantemente oltre l’euro a scatoletta, rispondo quindi alla solita domanda: quanto vive un gatto?

Un gatto di strada purtroppo non tanto, anche quando non subisce maltrattamenti: molto raramente supera i 7 anni e spesso si ferma molto prima, intorno ai 4-5. A prescindere dal discorso cibo, pensate alla temperatura di certe notti di gennaio e ai pericoli di ogni tipo. Dite che sia meglio un anno in libertà che dieci in famiglia? Rispondo con un’altra domanda: quanti esseri umani sono davvero liberi? Mi sembra, vista da fuori, che il vostro libero arbitrio si riduca alla scelta fra Sky e DAZN.

Tornando all’età, diversa la situazione per i gatti genericamente definiti domestici, con gradazioni cha vanno dal non uscire mai dall’appartamento al vivere in una casa con giardino e potersi gestire i propri spostamenti (cosa che peraltro si può fare anche in appartamenti dotati di gattaiola, anche se ci sono gatti del tutto inadatti all’avventura, io fra questi). In questo campionato i persiani non sono messi male, così come certosini, norvegesi delle foreste, siberiani e siamesi: gatti di queste razze particolarmente curati, che fanno il giusto movimento, possono arrivare anche ai 20 anni: possiamo dire che in questo gruppo l’età media sia sui 15-16anni. Fra i gatti domestici i meno longevi sono quelli europei, che nella media vivono 12 anni: così dicono le statistiche, anche se è chiaro che ognuno è sempre deviato dalle storie dei propri gatti. E soprattutto, nel caso dei gatti, quasi mai esistono statistiche credibili visto che l’iscrizione all’anagrafe felina è facoltativa.

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