Televisione

Perché comprare azioni Netflix

Stefano Olivari 20/04/2022

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Le azioni Netflix sono crollate del 50% in poco tempo: mentre stiamo scrivendo queste righe sono arrivate a 348 dollari, cinque mesi fa ne valevano 700. Il motivo? La stessa Netflix ha annunciato di aver perso 200.000 abbonati nel primo trimestre del 2022 e che nel secondo trimestre prevede di perderne, in tutto il mondo, circa 2 milioni. Le azioni di Netflix adesso sono da comprare, come ci impone di scrivere il dio Google? Giudicate voi, come dicevano una volta (e tutto sommato anche adesso, con nomi diversi) a Telepiù.

Troviamo interessante che siano in tendenziale calo diversi titoli legati anche allo streaming, come Walt Disney e il nuovo colosso Warner-Discovery, come se il post pandemia avesse spinto la gente a stare più fuori di casa e quindi a rincoglionirsi di meno con serie televisive politicamente corrette, reality show per subnormali o agiografie spacciate per documentari. Cosa ci importa delle motivazioni profonde di quel serial killer?

A riprova che la crisi dello streaming a pagamento sembra strutturale, Netflix ha annunciato l’idea di una offerta a prezzi più bassi ma con pubblicità: per Netflix sarebbe una vera rivoluzione, anche se tanti altri la pubblicità già ce l’hanno. Notare che l’azienda stima in circa 100 milioni di utenti l’impatto della condivisione della password, che su un totale di 222 milioni di abbonati sono tanti. Senza contare poi la pirateria in senso stretto…

Poi è chiaro che Netflix è così entrata nella cultura di massa che crolli ulteriori sono impensabili, quindi comprare adesso le azioni Netflix potrebbe essere un’idea, anche solo per sfruttare il proverbiale rimbalzo del gatto morto. Ma la così grande varietà di scelte, anche restringendo il campo allo streaming, rende tutto meno importante. Non auspichiamo però un mondo con la tivù di stato e due soli canali, mondo che fra l’altro abbiamo anche vissuto, ma uno in cui si paghi soltanto ciò che si vuole vedere. Sarebbe alla lunga un vantaggio anche per produttori e distributori, oltre che per la nostra salute mentale.

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