Ottanta

4 Marzo 2024 di Oscar Eleni

Oscar Eleni vestito con foglie di banana come la povera anatra dai sette sapori che mettono in tavola amici vietnamiti su una spiaggia deserta dove sta arrivando un ciclone. Sono giorni per sentirsi davvero parte del mondo, ringraziando Lucio Dalla e Vivaldi pesci storici, per ricordare che gli 80 anni sono una tragedia soltanto se consideri il 4 marzo un giorno che porta fortuna tutta la vita.

Viaggio felice nell’Italia inclusiva, felice per come sono andati i mondiali indoor a Glasgow per un’Italia che senza gli ori di Tokyo ha fatto davvero grandi cose con Leo Fabbri capitano saggio che tiene per mano, sul podio, Mattia Furlani angelo e “bestia” come lo ha definito il super titolato greco che se lo è trovato a fianco per tutta la finale del salto in lungo, prendendosi l’oro per la sua seconda miglior misura, che abbraccia il pirata Simonelli ostacolista geniale, e porta in trionfo la velocista Zaynad Dosso, minacciando chi oserò fare critiche al suo fratellone Weir, “soltanto” quarto nella gara che gli ha dato il bronzo,  quarto come la soldatessa Gerevini delle prove multiple con primato italiano e medaglia di cartone dorato per noi, ma anche quelli che leggendo magari i libri di un generale poi ragionano come lui vedendo  i nostri ragazzi che arrivano da lontano sul podio con la stessa maglia che indosserà la Egonu, speriamo, alla prossima olimpiade.

Non ci disturbano le masturbazioni da tastiera, orgogliosi per quello che lo sport sta facendo  per costruire un mondo senza frontiere, premiando le scuole vere dove chi ha talento viene aiutato a lavorarci sopra e chi ha qualità trova comunque una casa, dei fratelli come direbbe il Crippa, neoprimatista italiano di maratona che ha raccontato un po’ della sua bella storia al tavolo di Fazio, poliziotto con criniera leonina fuori ordinanza. Giornate per marciare felici con Stano che ha ritrovato la sua musica in Cina, momenti di riflessione pensando di aver iniziato abbastanza bene la stagione che porterà alle Olimpiadi passando per l’Europeo di atletica a Roma, le qualificazioni tormentate per le squadre di pallavolo e per  gli azzurri di Pozzecco nel basket. Nella speranza che tipi come la Brignone diano una bella spinta a tutto il sistema su queste strade bianche dove uno come Pogacar ti fa capire che i campioni dello sport si amano a prescindere dal passaporto, dal credo religioso, dalle passioni politiche. Famiglia allargata con il privilegio di poter mandare in campo rappresentanti di scuole, gente che si è guadagnata gli onori faticando, lavorando.

Certo che si soffre se poi qualcuno, piuttosto che faticare, lavorare come un Frinolli magico a Roma, va a cercare altrove i gladiatori per le sue squadre. Lo vediamo anche noi che molto spesso vanno in campo quelli che le agenzie di collocamento mondiali piazzano al miglior offerente. La battaglia deve impegnare la gente in palestra, sul campo, magari aiutata da qualche regola che favorisca il coraggio di credere  soltanto nel lavoro e non nel potere del portafoglio. Tornare alla povera anitra con i suoi sette colori come si cucina a Cao Bang per atterrare senza paracadute sul basket che ha vissuto la domenica del tifone Mariuccia capace di scombussolare  la testa della classifica, che ha portato acqua salata nei motori di molte squadre  sul fondo della classifica.

Armani e Segafredo giocano a rimpiattino pronte alla sfida di domenica, ma intanto si separano sul ponte delle glorie europee: Milano denudata, non soltanto per l’infermeria piena, dai viandanti del Villeurbanne. Segafredo Virtus pronta ad entrare nella arena dell’Eurolega da principessa con meriti propri, un vestito giusto, peccato soltanto che questo sfinimento si noti nelle pause del campionato come abbiamo visto a Sassari dove la difesa ammirata non soltanto contro Valencia non è riuscita a tenere il piccolo texano Jefferson, un cacciatore di 175 centimetri con mano dorata. Difficile spiegare, invece, cosa ha turbato il ritorno sul campo di Brescia dopo la doccia gelata in Coppa Italia che ha però reso splendida e splendente la nuova Napoli. Senza togliere i meriti a Pesaro, che ora può pensare davvero  alla salvezza, resta difficile spiegare come la prima in classifica le abbia prese, oltre 90 punti, da chi stava in coda al gruppo.

Il piccante sul tavolo e nella torta degli auguri prima delle pagelle.

10 A Meo SACCHETTI e a TOTÈ che si sono finalmente stancati di sentire parlare male di Pesaro e anche di loro, prendendo alla giugulare una Brescia che vedeva nero cominciando dal Della Valle da 0 su 1 nei pochi minuti in cui ha potuto restare in campo.

9 A PISTOIA per aver fatto perdonare chi aveva scelto la diretta televisiva della loro sfida contro Tortona piuttosto che il derby storico fra Milano e Varese. Bella partita, scontro vero ribaltato da Tortona nel terzo quarto, ma vinto dai pirati di Brienza e dai suoi tiratori oltre che dalla buona difesa.

8 Al CHILLO della Reggiana risorta dopo la beffa in Coppa Italia. Uno sottovalutato spesso, che insieme a Vitali dà alla squadra costruita bene da Coldebella un’anima giusta.

7 Al RICCI matematico che ha salvato un’Armani da patibolo schiacciando la farfalla varesina. Ci voleva per riportare un po’ di serenità nello spogliatoio dove sembra diffuso il microbo che ha reso impossibile il viaggio del Milan anche prima che Cardinale prendesse sfortunatamente il potere e la parola.

6 A LEBRON JAMES che ha superato quota 40 mila punti segnati anche se continuiamo a soffrire guardando la NBA dove il pubblico chiede a gran voce difesa, dove gli allenatori sembrano maghi, ma poi svaniscono davanti alle triple triple di avversari che trovano difese di burro. Certo fenomeni come il Doncic che a 25 anni fa già storia, sloveno magico in terra di principi, ma fino ai play off sembra soltanto una fiera con le porte spalancate sull’abisso della noia.

5 A PETRUCELLI, il migliore della Brescia affogata nel bagno sul mare di Pesaro, se dovesse scoraggiarsi sentendo che dall’America arrivano messaggi di possibili passaportati italiani che giocano proprio nel suo ruolo.

4 Alla CANTÙ che sogna il ritorno in serie A con un nuovo palazzo da inaugurare perché ogni volta che i grandi ex ne parlano bene poi si ritrova seduta  al gelo come nel finale contro Rimini, più 8 a 1’50” dalla fine e tre triple per mandarla a letto senza cena.

3 A VARESE dove nel ricordo dell’ultima bellissima stagione si sono dimenticati di spiegare all’allenatore, ma soprattutto ai giocatori, che non si può vivere di solo attacco anche in questa serie A .

2 A TREVISO dove tornano i tormenti dopo l’addio di Vazzoler, dopo la trasferta di Napoli che ora ha schiacciato sul fondo una squadra che domenica non può sbagliare contro una Cremona che ha perso il sorriso.

1 A SCARIOLO se non ci dice subito cosa avrebbe pensato dell’Armani che Messina si è costruito a Milano. Lui era dubbioso sulla squadra che gli avevano dato a Bologna e sbagliava visto come va in Eurolega, figurarsi cosa avrebbe potuto dire dopo aver visto arrivare al Forum mezze figure, dal POYTHRESS ora anche con paresi facciale, allo stesso Maudo Lo, per non parlare del MIROTIC che non era certo campione in gran salute.

0 All’ARMANI pessima di Lione, cominciando dallo Shavon SHIELDS che da qualche settimana sembra aver perso la bussola e non basta una partitina come quella contro Varese per tranquillizzare il popolo del Forum che a fine anno avrà comunque un premio per aver perdonato così tanto chi gioca senza metterci almeno la faccia e chi ha fatto la squadra dove al centro c’è la buca della Gibigianna.

info@ anni

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