Nemmeno Mourinho

14 Aprile 2011 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
La stagione dell’Inter si è chiusa, dal punto di vista mentale, sul gol dell’uno a uno nel derby mancato clamorosamente da quello che è stato negli ultimi nove mesi il suo uomo migliore. Omaggiato, nell’occasione, dai cori razzisti di almeno 40mila persone: evidentemente c’è una sensibilità maggiore per 15 comaschi anti-Wabara, o forse è più difficile dare dei razzisti a metà dei tuoi lettori, ma questo è un altro discorso.
Tornando all’Inter, cioè l’unico argomento che davvero interessa sia a noi che ai non interisti, bisogna dire che dal punto di vista fisico cattivi segnali si erano avuti anche prima. Durante la strepitosa rimonta con cui Leonardo ha rimediato ai disastri dello spocchioso Rafa ‘Signore’ Benitez, l’uomo che voleva insegnare il calcio ai campioni d’Europa e che purtroppo è durato quattro mesi di più di quanto durò Gigi ‘Signore’ Del Neri al Porto 2004. Nella situazione attuale non ci sarebbe da scommettere nemmeno sulla Coppa Italia, per non far arricchire ulteriormente una Snai che dovrebbe mandare un bellissimo cesto natalizio a quei media che hanno raccontato come ‘più che possibile’ una vittoria con quattro gol di scarto in trasferta per una squadra di trentenni.
Nemmeno Mourinho (lui non è un signore, ma nemmeno telefona o fa telefonare ai giornalisti: ai più umili, quelli che non scrivono corsivi, manda però email) con i suoi undici tirati a lucido ce l’avrebbe fatta contro uno Schalke che ha rallentato il ritmo con intelligenza, colpendo quando ha trovato autostrade aperte e centrali difensivi con le spalle girate. Inutile dire che al di là del mercato dei giocatori adesso per mesi si parlerà del futuro di Leonardo ‘Signore’ Araujo. Uscito ai quarti di finale di Champions come Carlo ‘Signore’ Ancelotti, con meno scelte sbagliate da rimproverarsi (il Cambiasso attuale avrebbe cambiato meno di Drogba dall’inizio a Old Trafford) ma una buona stampa che ormai si riduce agli ex colleghi di Sky.
Se non fosse possibile arrivare a un emergente vero come Villas Boas (straordinario ques’anno al Porto, ma soprattutto l’anno scorso all’Academica) o avere le palle (tanto non verremo multati come Kobe Bryant) per una scelta ideologica alla Zeman, meglio riconfermarlo alla guida di una rosa ringiovanita che finire in mano a un mestierante di medio ma anche alto livello. Messa a posto la becera bacheca, quella che nei forum sembra contare più di tutto (Avete vinto nel 2011? Sì, ma noi nel 1867…), sarebbe un peccato dover mendicare le attenzioni di un Capello. Perché è questo che si sentirà, nel crocchio del genere ‘Manca un regista’ che spesso ha influenzato le scelte di Moratti.
stefano@indiscreto.it

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