Messico

10 Giugno 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Squadra abbonata alle onorevoli eliminazioni agli ottavi di finale (i quarti raggiunti solo nelle due edizioni ospitate, 1970 e 1986, eliminato dagli azzurri e dalla Germania Ovest), il Messico sopravvissuto alla gestione Eriksson e consegnato alla buonissima minestra riscaldata Javier Aguirre potrebbe faticare nel timbrare il cartellino 2010.
Ha la sfortuna di incontrare la squadra più debole del girone, il Sudafrica, in una partita particolare come quella d’esordio. Quindi presumibilmente si giocherà tutto il 22 a Rustenburg contro l’Uruguay. Aguirre, centrocampista titolare nel 1986 (nel quarto contro la squadra di Beckenbauer fu espulso), è un amante del 4-3-3 ma le situazioni contingenti potrebbero spingerlo a cambiare idea. Visto per 90 minuti contro Inghilterra, Olanda e Italia, e per highlights contro il Gambia, il Messico ha cambiato vari moduli (per lunghi tratti si è visto anche il 4-4-2) e ha mostrato una buona capacità di andare in porta al di là dei gol segnati. L’ex grande promessa del Barcellona Giovani Dos Santos ha superato bene lo choc per la mancata convocazione del fratellino ancora blaugrana Jonathan ed è stato schierato titolare nelle due partite a cui Aguirre teneva di più (Wembley e Bruxelles), mentre si è capito che il Baggio mediatico della situazione (il 37enne Cuauhtemoc Blanco, leggermente sovrappeso) sarà solo un rincalzo. In generale il c.t. punterà sui veterani che tutti conoscono: Rafa Marquez e Ricardo Osorio in mezzo alla difesa, Carlos Salcido a sinistra, Gerardo Torrado in mezzo al campo, solo per citare i trentenni. E’ logico che la differenza rispetto ad un onorevole tran tran dovranno farla i giovani: sicuro l’impiego in attacco di Javier Hernandez, felice per il permesso di lavoro inglese appena arrivato (che quindi gli consentirà di passare dal Deportivo Guadalajara al Manchester United), probabile quello in rifinitura o all’esterno di Giovani, che sembrava un quasi-Messi e quest’anno ha giocato (male) nel Galatasaray (ma è di proprietà del Tottenham). In sospeso Carlos Vela, che nell’Arsenal non è ancora veramente esploso: visto che può giocare anche largo, non ci stupiremmo di un 4-3-3 coraggioso con i tre ragazzi davanti. Se no sarà di sicuro un film già visto: nelle Sweet Sixteen e poi a casa. Il passaggio del turno a 1,97 è onesto, ma si può giocare di meglio.

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