Massa campione del mondo 2008

6 Aprile 2023 di Stefano Olivari

Felipe Massa sarebbe dovuto essere il campione del mondo 2008 di Formula 1 alla guida della Ferrari, senza alcun dubbio. Il primo Mondiale vinto da Lewis Hamilton, fra l’altro l’unico sulla McLaren, è infatti basato su una porcheria evidente già 15 anni fa ma che il novantaduenne Bernie Ecclestone ha adesso ufficializzato: tutti sapevano la verità sul cosiddetto Crashgate, quasi tutti hanno coperto lo scandalo non tanto per favorire Hamilton, estraneo a tutta la vicenda, quanto per difendere la credibilità della Formula 1. Ma di cosa stiamo parlando?

In estrema sintesi: stiamo parlando di un finto incidente (nel senso vero, ma fatto apposta) inventato da Nelson Piquet jr. durante il Gran Premio di Singapore 2008, in modo che ne traesse vantaggio Fernando Alonso, all’epoca suo compagno alla Renault. Incidente da da safety car, con Alonso avvantaggiato visto che aveva effettuato il pit stop poco prima dell’incidente e per le regole dell’epoca questo significava una sosta omaggio.

Comunque, venendo alla gara, dopo qualificazioni disastrose Alonso partì quindicesimo in griglia, affiocato proprio da Piquet. Al giro 12 il pit stop di Alonso, partito con poca benzina, al giro 15 l’incidente mentre in testa alla gara c’era Massa. Che terminò quella gara tredicesimo, anche per un testacoda, e non c’è bisogno di ricordare che alla fine perse quel Mondiale di un solo punto, tre GP dopo, all’ultimo giro dell’ultima gara, con quel sorpasso di Hamilton su Glock, forse non sporco ma abbastanza sospetto. E così Massa invece di diventare campione del mondo davanti al suo pubblico sarebbe rimasto nella storia come uno bravo e basta, un Barrichello senza Schumacher. Com’era quella che dice che episodi pro ed episodi contro si compensano?

Comunque a Singapore vinse Alonso, nella prima gara nella storia della Formula 1 ad essere disputata in notturna, finendo poi quinto nella classifica piloti. Fra l’altro oltre un anno dopo, in seguito al licenziamento da parte della Renault, Piquet avrebbe raccontato che l’incidente gli era stato chiesto dalla Renault, diretta da Flavio Briatore. L’uomo che su Retequattro si chiede come mai non vogliamo fare i camerieri nei suoi resort in Kenya era fra l’altro in affari con Ecclestone nel QPR, oltre che manager personale di Piquet e di Alonso. Ci fu un processo sportivo che si concluse da parte della FIA con la squalifica a vita di Briatore e quella di cinque anni al responsabile tecnico della scuderia, Pat Symonds, pene in seguito convertite in multe.

E Alonso? Visto l’assetto con cui era partito, era evidente che sapesse ma comunque ne uscì senza danni. La Renault fece poi causa a Piquet e a suo padre, che aveva supportato il figlio rivelando altri particolari, per diffamazione, e Symonds sostenne la stravagante tesi che l’idea del finto incidente era stata del pilota brasiliano. Dal punto di vista legale sembra non ci sia margine per un ricorso, ma stupisce che la Ferrari non reclami almeno le scuse per un Mondiale che le fu scippato.

stefano@indiscreto.net

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