Maradona racconta Buffa

30 Ottobre 2012 di Fabrizio Provera

Gli ormai arcinoti ‘uffici competenti di Sky’, dopo gli strali di Dominique Antognoni condivisi da molti abbonati, hanno cercato di rimediare mandando in onda uno speciale di circa 30 minuti durante i quali Federico Buffa ha raccontato (‘alla Buffa’, va da sé) la vita di Diego Armando Maradona. Il programma è già andato in onda, ma siccome  siete  tutti tecnologicamente più avanzati del sottoscritto (la cui cultura tecnologica si ferma all’utilizzo della registrazione, con My Sky Hd) potrete agevolmente recuperare la puntata, grazie a un qualsiasi ‘smanettamento’ informatico. Noi l’abbiamo vista e rivista, e al di là della singolare scelta di inquadratura ‘sbilenca’ per cui Buffa non guardava direttamente in camera, quindi neppure lo spettatore, abbiamo decisamente apprezzato sia la scelta editoriale che le corde emotive del racconto. Lo sport, nella parole di Buffa, riacquista la sua dimensione epica e di narrazione emotiva, meta-agonistica.

Oltre all’immancabile e già stravista carrellata di gol da antologia del campione di Villa Fiorito (a proposito: ma quella baracca che fungeva da casa è diventata un museo? E’ uno dei posti più fotografati del mondo..), Buffa ha condito la sua narrazione con la consueta aneddotica, che gli amanti del basket Nba ben conoscono e (quasi tutti) amano: la più divertente, ancora ignota a chi scrive, è quella del giorno in cui – durante l’intervallo di un incontro della massima serie argentina –  ‘Dieguito’ comincia a palleggiare al centro del campo e non smette più. Il pubblico, scandendo i palleggi con la voce, chiese a gran voce di prolungare la pausa, perché lo spettacolo vero era quel ragazzino di 10 anni, chiaramente a corto di vitamine e coperto da una foresta di capelli su di un corpo che definire minuto è eufemico.

Un altro colpo riuscito di Federico Buffa, insomma. Che come tutti i grandi affabulatori supera i personaggi di cui parla, a prescindere dalla loro grandezza: non si capisce insomma se sia Buffa a raccontarci Maradona o Maradona ad essere uno strumento per raccontare Buffa. Non essendo dei pallonari sfrenati, se non per i racconti del sommo Giuan Brera, continuiamo in ogni caso a preferire il Buffa-Black  Jesus che ci racconta della nascita di Allen Iverson, concepito – pare, visto che sul posto c’erano solo due testimoni e fra questi certo non Buffa – durante un rapporto sessuale incompleto consumato dalla madre, neppure maggiorenne, con un gangster che di lì a poco sarebbe passato a miglior vita. Ma è sempre un grande Buffa. Da godersi, visto che ormai il freddo ha preso possesso della pianura Padana, assieme alla visione del sublime ‘Maradona’ di Emir Kusturica, lo zingaro sognante, che piazza Manu Chao appeso a un muro scrostato mentre canta ‘La vida es una tombola’, davanti a un Diego imbolsito e super truzzo, maglia nera e occhiale scuro da spiaggia di Rimini o Riccione. Ma che poesia, quella canzone…

 Si yo fuera Maradona frente a cualquier porquería
nunca (¿siempre?) me equivocaría
si yo fuera Maradona y un partido que ganar
si yo fuera Maradona perdido en cualquier lugar
la vida es una tómbola de noche y de día…

P.S. dedicato a Italo Muti: l’Argentina della post-peronista Cristina Kirchner– oggetto di ripetuti attacchi del Fondo Monetario Internazionale, che la presidente ha seccamente mandato a quel paese-  ha un Pil che cresce a ritmi del 7.5% annuo… Mi sa tanto che nella Pampa, Italo, i grembiuli vanno di moda solo tra le cucine che sfornano l’Asado….

Share this article