Svegliarino

Maestri e Scolari

Stefano Olivari 12/06/2008

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La teoria classica afferma che i giocatori tendono a seguire meno un allenatore in scadenza (non necessariamente di contratto, anche solo di fiducia da parte dei dirigenti), ma la realtà e gli albi d’oro direbbero proprio il contrario: chi sa creare un clima positivo riesce a trasformare il torneo d’addio in un ultimo urrah in cui quasi tutti, per lo meno quasi tutti quelli che in genere stanno dalla parte del tecnico, danno il 100 per 100. Il Mourinho del Porto 2004, il Lippi azzurro 2006, il Mancini di quest’anno, e adesso magari anche l’ultimissimo Scolari, per non dire Van Basten (fra poco Ajax) o Aragones. E’ ovvio che contando i trofei sfumati si possa dimostrare anche la tesi opposta, l’unica cosa sicura è l’assenza di regole scientificamente provate: ogni spogliatoio ha un suo livello medio di intelligenza. Al di là delle solite considerazioni sul provincialismo e sulle falsità dei media (Abramovich sembrava all’assalto di Ancelotti, folgorato da Mancini, in ginocchio da Spalletti, con particolari da commedia tipo gli incontri fra i candidati nella hall degli alberghi, eppure i suoi uomini-mercato avevano più volte spiegato che dopo l’esperienza Ranieri non avrebbe più ingaggiato un allenatore italiano: risulta in realtà solo un mezzo sondaggio con Ancelotti), va detto che il Chelsea magari avrebbe potuto tenere in canna un’altra settimana l’annuncio. Non c’era nessuna urgenza, ma di sicuro questa notizia non sarà un alibi valido nel caso Cristiano Ronaldo e compagni non riescano a mantenere fino alla fine il livello attuale. Ieri contro la Repubblica Ceca altra partita splendida, nonostante la squadra di Bruckner fosse salita di tono rispetto all’esordio con la Svizzera, con il Fifa World Player 2008 accentrato e sempre in posizione di sparo. Bene, dopo tanto tempo, anche Deco. Ma i cechi sono stati davvero pericolosi soprattutto nel primo tempo, finché Baros ha avuto abbastanza fiato per non dare punti di riferimento a Ricardo Carvalho e Pepe, ed i movimenti di Sionko e Plasil hanno inchiodato sulla loro piastrella Paulo Ferreira e Bosingwa. Con squadre leggermente più lunghe i piedi migliori hanno poi deciso la partita: dopo la finale all’Europeo casalingo del 2004 ed il quarto posto al Mondiale, questo gruppo e questo allenatore meritano di chiudere alzando una coppa.

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