Svegliarino
L’unico esonerato a prescindere
Stefano Olivari 17/06/2008
Delle tendenze tattiche di questo Europeo abbiamo già scritto: poche novità, grandi difese a quattro con esterni che superano poco la metà campo, due randellatori di centrocampo pietosamente nobilitati con la definizione di ‘volanti’, seconde punte che girano troppo al largo. Fra le tendenze culturali ci sta colpendo quella riguardante la riconferma, almeno a livello di proposta, dell’allenatore che secondo i canoni beceri avrebbe ‘fallito’. La Grecia ha blindato Otto Rehhagel fino al 2010, memore del fatto che il più grosso successo della storia del calcio greco sia merito suo (con questo metro Bearzot sarebbe ancora c.t. italiano), che il materiale umano a disposizione sia modesto e che per amore della Grecia avesse rinunciato nel 2004 a prendere in mano le redini della Germania del dopo-Voeller per condurla verso il mondiale casalingo. L’Austria ha confermato Josef Hickersberger che dai suoi giocatori ha tirato fuori quasi tutto: fra l’altro la sua squadra è l’unica ad avere dominato la Croazia per larghi tratti di partita, al di là del risultato. La Polonia suicidatasi con la Croazia sembra intenzionata ad andare avanti con Beenhakker, la Germania prima del passaggio del turno aveva ‘preconfermato’ Loew, Kuhn è stato lui ad abbandonare la Svizzera (in arrivo Hitzfeld), così come Van Basten l’Olanda per l’Ajax, Aragones la Spagna (pare per il Fenerbahce), Scolari il Portogallo per il Chelsea, Bruckner la Repubblica Ceca forse per la pensione. Non è scontata nemmeno la cacciata di Domenech, in caso di eliminazione: Deschamps è comunque sempre lì. Alla fine l’unico c.t. esonerato a prescindere sarà il nostro.