Lo stesso Milan con Ibra

8 Ottobre 2012 di Libeccio

E’ vero che al Milan mancano pedine importanti rispetto all’anno scorso, ma ha comunque una squadra attrezzata per giorcarsela con Juve e Napoli fino alla fine. Invece pare proprio non riuscire a elaborare uno schema di gioco che possa premiare le risorse tecniche a disposizione. Nel derbysi è celebrata proprio questa incapacità che solo alcuni errori dell’arbitro hanno neanche tanto mascherato. Occorre riconoscere che sia Allegri che Galliani, pur rimarcando gli errori arbitrali, non si sono nascosti dietro a questa motivazione, ma hanno anche riconosciuto che il Milan ha dei problemi non indifferenti nel centrare risultati in continuità.

Il Milan ha perso il derby semplicemente perchè l’Inter è stata più squadra. Anche un po’ fortunata, ma più squadra. Se il Milan avesse giocato da squadra probabilmente avrebbe vinto il derby, ma così non è stato. Il Milan ora si trova a meno 12 dalla Juventus e a meno 8 dall’Inter. Di confortante c’è che in questo momento il Milan ha gli stessi punti dell’anno scorso. Verrebbe da dire che forse questo allenatore non è proprio adeguato a gestire una barca difficile come il Milan se con Ibra o senza Ibra il risultato è lo stesso.

Il Milan non è più una squadra, ma un insieme di solisti presunti ognuno dei quali agisce per proprio conto. Sembra quasi che l’uscita dei tanti pezzi da novanta abbia scatenato più che compattezza, soprattutto una corsa a chi conquista le nuove leadership che si sono rese disponibili. Prendiamo ad esempio Boateng: da splendido gregario di quantità, infaticabile e roccioso in ogni zona di campo, sta cercando di trasformarsi in qualcosa di diverso. In uno che vorrebbe prendere per mano la squadra, non avendo neanche i prodromi di ciò che servirebbe. E’ diventato dunque un concentrato di movimenti sempre esagerati, ma poco utili alla squadra. Soprattutto una certa anarchia che lo porta spesso ad essere in zone di campo dove non dovrebbe mai stare ed anche a non essere dove invece la sua presenza sarebbe necessaria.

Altro esempio significativo da questo punto di vista è Montolivo. Ieri sera celebrato cecchino dalla distanza, ma senza aver mai raggiunto il bersaglio grosso. Molti giornali danno al giocatore un 7 e mezzo in pagella, che a noi sembra francamente eccessivo. Non perchè non apprezziamo le strabilianti doti balistiche di Montolivo (a Firenze l’ultimo anno sembrava aver “scordato” anche solo i fondamentali), ma perchè tirare ripetutamente da 30-40 metri contro un Inter tutta raccolta nella propria difesa significava (come del resto è stato) dichiarare ufficialmente la propria impotenza sostanziale a trovare una alternativa effettivamente efficace per riportare la partita su un piano almeno utile alla causa.

Da questa squadra sono anche “scomparsi” Ambrosini e Nocerino. Due giocatori che dal nostro punto di vista dovrebbero giocare sempre ed in diversa misura gioca sempre (a dispetto delle sue prestazioni) De Jong che sembra proprio un giocatore impalpabile, lento, senza idee, privo di visione di gioco in modo preoccupante. Neanche si capisce l’insistenza su Bojan che anche ieri ha ribadito la sua sostanziale inconsistenza contro difese arcigne e attente come quella dell’Inter. Forse provare prima con Pazzini poteva garantire di più che da un mischione o magari da una palla in caduta aerea si potesse tirare fuori qualcosa di meglio. C’è poi la questione Abbiati che anche ieri sera ha gravemente sbagliato sul gol di Samuel e poi servito incomprensibilmente il 2 a 0 su un piatto d’argento a Milito che altrettanto incomprensibilmente ha detto: “no grazie”.

Insomma, il Milan da l’idea di una squadra senza amalgama e con un allenatore con non poche difficoltà a trovare la quadratura del cerchio. Cerchio che potrebbe cominciare a quadrare se rientra in servizio permanente attivo il fuoriclasse Pato (l’unico di livello superiore nel Milan). L’errore probabilmente sta nel fatto che il Milan non è più il Milan nella consistenza tecnica, ma crede di esserlo ancora nell’approccio alle partite e nella capacità e volontà di sacrificio. Dovrebbe al contrario essere molto più umile e molto più squadra da combattimento. Ha molti combattenti arcigni e scarsa combattività. Non ci piace la ricerca del capro espiatorio, ma in questo caso sembra proprio una responsabilità dell’allenatore.

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