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L’Italia della continenza

Stefano Olivari 22/05/2013

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Addio ai commenti veri sul web, sia quelli filtrati da moderatori (a meno che non siano aria fritta) che quelli liberi in seguito a una registrazione (quindi non anonimi, ma solo liberi). Ecco il testo della sentenza vagamente boldriniana, come spirito (ma il presidente della Camera non c’entra, qui la querela è stata sporta da una casa editrice di quelle che si fanno pagare dagli autori), del tribunale di Varese. Noi che i tribunali li abbiamo sempre frequentati da querelati, per quanto a sproposito (en plein di denunce stracciate dal pm), sentiamo una bruttissima aria. E non c’entrano discorsi tromboneggianti sulla libertà di stampa e cose di questo genere. Qualunque prepotente e/o delinquente con qualche migliaio di euro da buttare può tenerti sotto scacco per anni senza di fatto rischiare alcunché, visto che la controquerela per calunnia o lite temeraria avrebbe ancora meno chance della querela originaria di tradursi in qualcosa. Il testo della sentenza, segnalato da Pier Luca Santoro, parla espressamente non di un articolo del sito in questione ma di un lungo dibattito avvenuto fra i lettori sul sito stesso. Tipo Indiscreto, insomma. Interessante è che il magistrato non entri nel merito degli interventi, ma che ne giudichi la cosiddetta ‘continenza’. In altre parole, si può scrivere  ‘Bernardo Provenzano, l’ex capo di Cosa Nostra’ ma non ‘Bernardo Provenzano mafioso assassino’, indipendentemente dalla verità e dalle sentenze. E su questo saremmo anche d’accordo, il pubblico insulto non è certo una pena accessoria. Non siamo invece d’accordo sul filtro di qualsiasi espressione, che trasformerebbe i gestori di un sito in censori di professione e valutatori di ogni virgola. Finora su Indiscreto sono comparsi 211.647 commenti, conteggio WordPress che purtroppo dimentica metà della nostra storia (quella pre Blogger, dal 2000 al 2005, sul sito arancione In Lotus Notes), a fronte di 211.653 inviati. Non ci ricordiamo il motivo della cancellazione di quei 6… E quindi? Potremmo, dopo avere sentito quelli che i cialtroni definiscono ‘i nostri legali’ (noi ne abbiamo uno e facciamo anche fatica a pagarlo), decidere di moderare il dibattito e cioé di mettere i commenti in stand-by pubblicandoli solo dopo attentissima lettura. Senza entrare nel merito, ma solo per quanto riguarda la continenza. Che qui viene dimenticata solo nell’1% dei casi, al contrario di quanto avviene in grandi realtà editoriali. Speriamo ovviamente che uno degli avvocati che leggono Indiscreto ci dica ‘Di questa sentenza non hai capito un cazzo’. Lo esentiamo dalla continenza.

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