Le somme pagate da Lotito a Zarate

26 Maggio 2020 di Indiscreto

Claudio Lotito in quale modo ha pagato lo stipendio di Mauro Zarate? Nel modo usato da quasi tutti, viene da dire di istinto, solo che lo si scrive a squadre alternate. Quale campione straniero sogna di devolvere metà del suo ingaggio ai forestali calabresi o ai Benetton? Comunque questa sera l’attesissimo servizio delle Iene sulla vicenda non andrà in onda, evidentemente perché Lotito non ha gradito le anticipazioni date alla stampa e forse si sarà fatto sentire a Mediaset, a livelli più alti di quelli di una trasmissione sia pure di successo.

Da anni il presidente della Lazio è infatti nel cuore di Berlusconi, pur essendo sempre in cerca di identità e di voti: alle politiche del 2018 si è candidato con Forza Italia senza essere eletto. E i primi a non votarlo sono stati gli ultras della Lazio, mentre i tifosi borghesi sono divisi: eppure il confronto fra la Lazio e gli ultimi dieci anni di Inter o Milan direbbe che Lotito come dirigente calcistico non è proprio da buttare.

La trasmissione di Italia 1 gli darà il diritto di replica, se Lotito non lo coglierà entro una settimana verrà in ogni caso mandata in onda l’intervista a Luis Ruzzi, nel 2008 agente di Zarate, riguardanti le modalità di pagamento dell’attaccante. In pratica Ruzzi ha raccontato a Filippo Roma e Marco Occhipinti che Lotito avrebbe usato una società estera per dare a Zarate tutto il compenso pattuito.

L’argentino prendeva ufficialmente 7 milioni di euro spalmati su 5 anni, ma secondo l’accordo altri 13 avrebbero dovuto essere versati presso una società di Londra, la Pluriel Limited, che poi avrebbe girato i soldi a Sergio Zarate, fratello-procuratore e come giocatore visto per qualche partita nell’Ancona di Lajos Detari. In altre parole, il risparmio fiscale ci sarebbe stato sia da parte di Lotito sia da parte degli Zarate.

Il caso è scoppiato non per la sete di giustizia di Ruzzi, ma perché Zarate non ha ricevuto tutta la cifra pattuita (mancano 3 milioni) con Lotito. Va detto che il nero vero, le super classiche valigette, pare non riguardare questa vicenda, che comunque non dà lustro all’immagine dei suoi protagonisti. Certo se ci fosse di mezzo una grande azienda, big spender della pubblicità. o magari la sua emanazione calcistica, i commercialisti Cepu che infestano le redazioni scriverebbero di ‘ottimizzazione fiscale’, ‘opportunità da cogliere’, ‘il vero problema è il dumping fiscale del Regno Unito’, eccetera.

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