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Le forme della Moda, dalla scuola all’a-sex

Paolo Morati 27/09/2016

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La Fashion Week di Milano è l’occasione per parlare del saggio Le forme della Moda (editore Il Mulino) scritto da Maria Luisa Frisa e uscito lo scorso anno. “La moda è una galassia complessa, un sistema composto da oggetti, prodotti, immagini e servizi, nel quale si possono intrecciare e confondere le fasi dell’ideazione, della progettazione, del mercato e del consumo”. Questa la breve iniziale definizione che l‘autrice dà di una disciplina così importante per l’Italia, e per gli esseri umani in generale che vanno alla ricerca di qualcosa che li distingua da gli altri e soddisfi il senso eststico.

Un viaggio che in otto capitoli va alla radice di ciò che è sostanzialmente contemporaneo e moderno, partendo quindi dal presente per poi innescare un percorso verso il passato, i luoghi più importanti della materia moda (con per l’Italia ovviamente il caso di Milano, ma non solo), arrivando a uno dei nodi più importanti: quello della formazione e del lavoro. Qui si parte subito con una critica esplicita al nostro Paese: “Ancora inesplorata rimane in Italia la questione della complessità e dell’urgenza della formazione dei creativi, in particolare nell’ambito moda. Incapaci di riconoscere a questo settore il suo incredibile valore, non c’è stato impegno istituzionale a costruire una scuola di moda pubblica che usando il brand made in Italy potesse diventare centro di eccellenza internazionalmente riconosciuto”, nota Frisa sottolineando invece come nel mondo tutte le grandi scuole di moda siano pubbliche. E spiegando nel dettaglio anche le ragioni storiche che hanno portato a questa situazione, per poi evidenziare come oggi il talento non basti più ma sia indispensabile un insieme di conoscenza teorica ed esperienza pratica. Nel capitolo dedicato al sistema culturale viene invece fatto notare come in Italia “la moda entra nel museo con grande difficoltà (non esiste alcuna riflessione sul fashion curating) e in modo sporadico. Considerata frivola, deve sempre trovare qualche giustificazione”.

Al di là delle considerazioni che fanno intendere un desiderio di maggiore attenzione per un comparto decisivo della nostra industria e storia, Le forme della Moda è un continuo rimando organizzato e preciso di nozioni storiche, citazioni e spiegazioni che mettono insieme antico e moderno, senza tralasciare fenomeni come blogger e social network di recente inseritisi nel cerchio di chi fa immagine, e l’alter ego fotografico senza il quale chi crea non avrebbe pressoché vetrina. Con interessanti considerazioni, come quella sull’eleganza: “tra i costi dell’eleganza c’è quello di imparare a stare in questo presente, ad essere ogni volta co-istantanei a se stessi. La persona elegante è in qualche modo «sempre uguale a se stessa», e facilmente può diventare icona di stile, se la sua immagine inizia a circolare, a essere riprodotta, a diffondersi. Ma non c’è una regola fissa, bisogna, continuamente re- imparare a praticare quest’arte”. Si arriva alla fine del percorso a scoprire la nuova frontiera della moda: quella dell’a-sex: “Un genere che, lungi dall’essere basico, mescola caratteri opposti, e veste un corpo che culturalmente perde gli attributi del genere stesso”.

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