Basket
Le facce di Pozzecco
Oscar Eleni 28/08/2023
Oscar Eleni e il suo fuoco di Sant’Antonio (sarà davvero un santo, mannaggia a lui?) tornano in scena come il wetapoig, l’insetto più grande del mondo che hanno ritrovato nelle foreste neozelandesi quando sembrava estinto. Con nel cuore l’amarezza, ahimè prevista, per la sconfitta dell’Italbasket al mondiale di basket, sul campo piccolo di Manila, dopo l’espulsione, ahimè anche questa prevedibile, di Pozzecco, tenendoci la speranza della qualificazione se batteremo le Filippine, fragili anche in casa loro, ci consoliamo guardando le facce stravolte dei francesi eliminati dalla Lettonia di Luca Banchi, le stesse che avevano i loro connazionali nello splendido e splendente mondiale di atletica a Budapest dove hanno rimediato un solo argento con la staffetta 4x 400 maschile.
Le facce degli azzurri del basket erano invece ben diverse da quelle della squadra di atletica che ha fatto un gran bella figura a Budapest, 4 medaglie, 13 finalisti, tanti giovani che ci fanno sperare in una bella Olimpiade a Parigi basta che non ci facciamo rubare i nostri migliori tecnici, cominciando dal professore siciliano Di Mulo scienziato delle staffette che ci ha ridato una 4X100 che pensavamo perduta ridando il sorriso a Jacobs e Tortu, il più deludente sui 200, e l’esordiente Rigali oltre all’ancora d’acciaio Patta che ci ha ricordato il “sarto” Preatoni. Bella atletica prima che la pallavolo entri davvero in scena con gli uomini e speriamo anche con le donne finora imbattute anche se resta l’enigma Egonu, la migliore del mondo, e la Antropova che sta andando benissimo.
L’insetto chiude con un viaggio nell’ipocrisia del calcio dopo la sceneggiata di Mancini dimessosi per motivi personali che poi si sono rivelati una scelta per un ingaggio milionario regalato dai soliti arabi che stanno saccheggiando il talento dove trovano cuori dedicati alla maglia soltanto fino a quando sul loro tavolo non arrivano offerte che, per carriere brevi, legate anche agli infortuni, garantiscono una vecchiaia nel lusso, pazienza se non avranno trofei sportivi veri da mettere nel loro curriculum di vita dedicata al pallone. Calcio che odia Gravina, ma che adesso dovrà forse anche chiedergli scusa anche se è lui il presidente di uno sport strapopolare che a livello mondiale sembra in difficoltà e che nell’Europa importante, a livello di club, sembra prenderle più che darle.
Calcio ipocrita che, voce degli arbitri, aveva promesso rigore assoluto, anche davanti a rigori non evidenti, combattendo i rigorini assurdi, ma che dopo due giornate ci presenta gli stessi scenari, con giocatori che protestano sempre, alla Pozzecco, con recite che eccitano un popolo intontito da troppe pagine “sportive” che, anche in giorni di vero grande sport, preferiscono dare pagine soltanto al mefitico calcio mercato, il veleno che intossica le squadre e rende impossibile il lavoro di veri allenatori. Un breve saluto dal letto del dolore piangendo due bei giocatori, due uomini di qualità per il nostro basket, come Alfredo Barlucchi e il Cip Albonico salutato, per ora ci auguriamo, soltanto dall’amore della sua compagna.
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